Dopo mesi di silenzio, torna alla ribalta la lunghissima vertenza della Blutec di Termini Imerese (Palermo). Riparte oggi (giovedì 4 ottobre) a Roma, alle ore 15, presso il ministero dello Sviluppo economico, il confronto sul futuro dello stabilimento ex Fiat, con la partecipazione di governo, azienda e sindacati. Il piano di ripresa produttiva elaborato dalla società del gruppo piemontese Metec Stola, che nel 2015 ha acquisito l’impianto, prevedeva l'assorbimento di tutti i 694 lavoratori entro il 2019. Ma questo non è avvenuto: alcune commesse annunciate sono venute meno e la Blutec è stata diffidata da Invitalia a restituire 20 milioni di euro dei finanziamenti già ricevuti.

La reindustrializzazione del sito, il rilancio dello stabilimento e il ricollocamento dei lavoratori sarebbero dovuti partire già alla fine dello scorso anno. Ma il ritardo accumulato è ormai enorme: per ora sono stati assunti solo 135 operai per la costruzione dell’auto elettrica (core business della Blutec), mentre tutti gli altri sono ancora in attesa. Una situazione che ha spinto Invitalia (ossia l’agenzia del ministero dello Sviluppo economico incaricata di rilanciare le aree di crisi) a chiedere la restituzione dei fondi erogati per il primo step del programma. A rendere ancora più urgente è la scadenza della cassa integrazione per i lavoratori coinvolti, che si concluderà il 31 dicembre prossimo.

L’ultimo tavolo dedicato alla vertenza risale al 18 luglio scorso a Roma. In quella riunione l’azienda ha presentato un nuovo piano di sviluppo 2018-2021 di 170 milioni di euro (fortemente incentrato su attività di sviluppo, allestimento e produzione di veicoli elettrici) e annunciato un'intesa con Invitalia per la restituzione del finanziamento. “Non entriamo nel merito del nuovo piano industriale presentato da Blutec”, commentano il segretario nazionale della Fiom Cgil Michele De Palma e il segretario generale della Fiom Sicilia Roberto Mastrosimone: “L'unica certezza produttiva sono i 135 già occupati, cui si aggiungono, con la commessa dei 6.800 Doblò elettrici di Fca, altre 120 persone nei prossimi tre anni. Invece, per il raggiungimento della piena occupazione, il piano presentato dall'azienda è condizionato dalla concretizzazione degli accordi commerciali che entro il 2021 vedrebbero tutti al lavoro, compresi quelli dell'indotto”.

Nel limbo, dunque, ci sono 440 lavoratori. “Per loro – aggiunge De Palma – a oggi manca la concretizzazione delle previsioni sulla prototipazione e engineering prevista per settembre 2019 e l'allestimento di veicoli commerciali, come il Ducato, e della componentistica per l'elettrificazione dei veicoli per dicembre 2019”. In questo senso, concludono De Palma e Mastrosimone, a fronte “dei tempi previsti è necessario assicurare gli ammortizzatori sociali per la continuità occupazionale”.