"Trovati i soldi per il bilancio? Certo, ma ancora una volta con una manovra di politica economica ottusa che costerà molto alla Sicilia, che non potrà così né uscire dalla crisi, né crescere”. È drastico il giudizio del segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, sull’operazione concordata con Roma, che ha dato modo alla giunta regionale di chiudere il bilancio.

Un giudizio che va a colpire direttamente anche il governo nazionale, che “invece di risolvere davvero i problemi della Sicilia, promuove un intervento mediocre, il cui risultato sarà un ulteriore scippo di risorse per lo sviluppo”.  Fatti i conti, la Cgil rileva che la metà dei quasi tre miliardi recuperati “sono in realtà sottratti agli investimenti. Infatti, 585 milioni derivano dalla cessione di quote del patto di stabilità ad altre regioni, cosa che chiarisce che evidentemente la regione pensa di non poter chiudere con la programmazione 2007/2013. Altri 934 milioni, invece, derivano da Pac e Fs; si tratta, cioè, di potenziali risorse sottratte agli investimenti. Entrambe le quote andranno a compensare quello che la Regione versa allo Stato per la finanza pubblica, ma il risultato incontrovertibile è che si tagliano gli investimenti per coprire la spesa corrente, irrigidendo ancora di più il bilancio”.

Pagliaro parla di “situazione drammatica, perché in questo modo sarà veramente difficile far crescere il Pil regionale e ci si ritroverà a confrontarsi con una situazione economica e sociale sempre più difficile. Di fatto, delle risorse recuperate, solo 900 milioni derivanti dal recupero di Iva e Irpef, sono risorse vere che si aggiungono ai 150 milioni del nuovo mutuo e altrettanti vengono dallo slittamento delle rate di mutuo sino al 2017. Ulteriori risorse provengono da spostamenti da parte di governi che non hanno ancora capito che il gioco delle tre carte è un’operazione dal respiro corto”.