"Finalmente l'Ue prende posizione contro i migration compact, accordi che, come denunciamo da tempo, mancano di trasparenza". Così Kurosh Danesh e Sally Kane, dell'Ufficio Immigrazione Cgil nazionale, commentano la risoluzione del Parlamento europeo che condanna l'uso di queste intese con paesi terzi per bloccare i flussi dei migranti verso l'Europa.

"In questi anni – sottolineano i due sindacalisti –, la Cgil ha espresso più volte la propria contrarietà agli accordi finora stipulati, come quelli con Turchia, Libia e Sudan, Paesi dove vengono spesso violati i diritti umani. Inoltre,  riteniamo che la cooperazione allo sviluppo con i Paesi di provenienza degli attuali flussi migratori debba essere sganciata dagli accordi di riammissione".

I dirigenti sindacali, poi, ribadiscono la posizione della confederazione per quanto riguarda le politiche dell'immigrazione: "Per gestire e governare in modo efficace, intelligente e lungimirante i flussi migratori attuali occorrono una politica comune dell'Ue che metta in campo canali legali d'ingresso, una ricollocazione equa tra i diversi Stati dei richiedenti asilo o bisognosi di protezione internazionale e il superamento del regolamento di Dublino".

"Infine – concludono i due esponenti Cgil –, è necessario avviare processi diplomatici per ripristinare la pace nelle zone di conflitto e guerra, nonchè sviluppare serie politiche di cooperazione che impattino realmente sulle condizioni di vita di milioni di persone nelle aree del mondo colpite da carestie, fame e povertà".