Non è possibile affrontare la crisi economica senza coinvolgere le parti sociali "che ogni giorno siedono ai tavoli di confronto e che firmano gli accordi sugli ammortizzatori". Lo affermano Nino Baseotto e Fulvia Colombini a nome della Cgil Lombardia. “Apprendiamo dalla stampa che oggi Il Consiglio regionale ha discusso sulla crisi e sulle misure da mettere in campo nei prossimi mesi - osservano i due sindacalisti - Sicuramente la crisi che ancora colpisce in modo molto forte la nostra regione e in particolare il mondo del lavoro, è un argomento che richiede la massima attenzione di tutti i soggetti. Quello che critichiamo - aggiungono - è l'autoreferenzialità della discussione".

"Avevamo espresso in passato giudizi positivi rispetto alle modalità di confronto e di coinvolgimento delle parti sociali, testimoniato per esempio - sottolineano Baseotto e Colombini - dal voto unitario di tutto il Consiglio sulla legge di sostegno dei contratti di solidarietà, perché insieme si era deciso l'obiettivo e costruito il merito. Ci chiediamo se questo scarto di oggi segni una nuova stagione, che ci riporta al recente passato e se si ritiene che sui temi della crisi, del lavoro e dello sviluppo, il confronto con le parti sociali sia inutile".

Infine, rilevano i due dirigenti, "i temi della crisi e delle politiche di sviluppo devono andare di pari passo, individuando le priorità su cui intervenire, rappresentate dalla legge sulla competitività. Dopo un necessario confronto con il governo per correggere le parti problematiche, bisogna passare alla predisposizione di interventi per la nuova programmazione europea che investano in ricerca, innovazione e sviluppo. Tra le nostre richieste ci sono anche un intervento efficace di 'garanzia giovani' per i ragazzi tra i 15 e i 29 anni, in grado di rappresentare una vera opportunità, interventi mirati per i disoccupati di lunga durata over 50 e per incrementare l'occupazione femminile, accompagnati da politiche di welfare di prossimità”.