“Chiediamo che sia fissata la data dei referendum su voucher e appalti”. Nel pomeriggio di oggi (lunedì 6 marzo) la segreteria della Cgil di Lecco è andata dal prefetto Liliana Baccari, alla quale è stato chiesto di trasmettere al governo la richiesta che venga fissata in tempi brevissimi la data delle consultazioni popolari per i quali sono state raccolte più di due milioni di firme.

“Per quanto riguarda i voucher, i dati che abbiamo diffuso alla stampa nei giorni scorsi ne confermano l’uso improprio che ormai si fa da qualche anno, contribuendo alla crescita abnorme del precariato, in particolare giovanile” afferma il segretario generale Wolfango Pirelli: “Anche a Lecco si è in presenza di un uso massiccio dei voucher che nel 2016 ha toccato il numero di 1.200.000 (pari a 12 milioni di euro) con un incremento di più del 20 per cento rispetto al 2015. Quasi la metà di questi voucher vengono utilizzati in settori economici tradizionali (manifatturiero ed edilizia), sostituendo di fatto il lavoro che andrebbe contrattualizzato”. Conclude Pirelli: “Per questo non si può pensare che bastino alcune modifiche per evitare il referendum, modifiche che manterrebbero la natura non contrattuale dei voucher in settori per i quali va previsto e garantito a tutti i lavoratori un vero e proprio contratto, anche se flessibile e temporaneo”.

Per quanto riguarda gli appalti, secondo il sindacato è necessario ripristinare le norme che prevedevano la responsabilità del soggetto appaltante nei confronti dei lavoratori della ditta appaltatrice. “Sono sempre maggiori i casi in cui vengono scaricati sui lavoratori (attraverso il mancato pagamento degli stipendi o di altre voci ad esso connesse), i problemi che nascono tra le imprese, o i soggetti, anche pubblici, che appaltano e le imprese che lavorano effettivamente” aggiunge il segretario della Cgil Lecco: “Per questo è importante che i cittadini si esprimano con un voto e che sappiano quando poterlo fare il più presto possibile. Abrogare con due sì le leggi che hanno aumentato la precarietà e ridotto i diritti dei lavoratori consente di dare voce ai tanti che oggi voce non ne hanno”.