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Cinquantaquattro manifestazioni in tutta Italia, di cui 10 regionali, 5 interprovinciali e 39 territoriali. Queste le iniziative che accompagneranno lo sciopero generale di 8 ore indetto da Cgil e Uil per il prossimo 12 dicembre. Le hanno illustrate in una conferenza stampa a Roma, martedì 9 dicembre, i segretari generali Susanna Camusso (Cgil), Carmelo Barbagallo (Uil), e i segretari confederali Pierpaolo Bombardieri (Uil) e Nino Baseotto (Cgil).
Lo stop, come detto, sarà di 8 ore, mentre – ha specificato Baseotto - “per i comparti che lavorano su disposizione diversa sarà per l’intera giornata o per l’intero turno di lavoro”. Nel trasporto ferroviario i lavoratori si fermeranno dalle 9 alle 17. Nel trasporto aereo dalle 10 alle 18. Nel trasporto pubblico locale le fasce orarie varieranno da città a città: a Roma lo stop sarà dalle 9 alle 17, a Milano dalle 19 alle 24 (per consentire la commemorazione della strage di Piazza Fontana), a Napoli dalle 9 alle 17. Navi e traghetti avranno un ritardo di otto ore. Il personale delle autostrade si fermerà per 8 ore. I sue segretari saranno: Camusso alla manifestazione di Torino, Barbagallo alla manifestazione di Roma.
“Ci sono tutti i termini perché il governo cambi le politiche sul lavoro. Il Jobs Act e la legge di Stabilità non prevedono misure per rilanciare il lavoro e l'economia”. A dirlo è il segretario della Cgil, Susanna Camusso, nella conferenza stampa. “L'obiettivo - ha spiegato - è rideterminare le condizioni per un cambiamento delle politiche sul lavoro, per un confronto serio sulle prospettive e un equilibrio tra norme sul lavoro e sulla creazione sul lavoro. Se il governo tira dritto, noi troveremo le forme nella tradizione del sindacato per continuare la mobilitazione”. “Il combinato disposto di Jobs Act e legge di Stabilità - ha aggiunto - non favorisce né il lavoro né le imprese che davvero vogliano investire. Il 12 si sciopera anche perché si deve fare di più per stimolare gli investimenti. Il nodo fondamentale per 'cambiare verso' sono gli investimenti che in Italia da 20 anni scendono”.
“Speravamo che il governo in questi giorni si ravvedesse. Oggi restano tutte le ragioni per lo sciopero generale”, osserva il leader della Uil Carmelo Barbagallo.