“Una crescita ancora troppo modesta. Non è con un decimale in più o in meno che si ritrova la via della crescita, la crisi continua a gravare fortemente sul piano sociale, occupazionale e produttivo”. Così la segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi commenta le stime preliminari sul Pil (+0,9% nel 2016) diffuse questa mattina (14 febbraio) dall'Istat: “Con questo ritmo di crescita ci vorranno ancora molti, troppi anni per tornare ai livelli pre-crisi, anche per salari e occupazione”.

“L'Italia, come evidenziato ieri dalla Commissione Ue – sottolinea la segretaria confederale – cresce meno di tutti gli altri Paesi europei, siamo gli ultimi delle classe. Il 2016 è stato l'anno della deflazione, e la bassa crescita del Pil nominale implica il rischio di una manovra correttiva, a connotazione recessiva”.

Per la dirigente sindacale “è evidente che resta un vuoto di domanda. Basta con l'austerità, con i tagli alla spesa e con le privatizzazioni, occorre una politica economica espansiva, più investimenti pubblici e privati, più occupazione, più reddito da lavoro. Le riforme utili al Paese non devono solo ristrutturare, ma devono ridare forma alla struttura economica e produttiva".

Per questo la Cgil “continua a promuovere il suo piano del lavoro e il piano straordinario per l'occupazione giovanile e femminile, l'importanza della contrattazione collettiva, la qualità dell’occupazione attraverso la Carta dei diritti universali e i due referendum a sostegno. Solo così – conclude Fracassi – si possono creare le condizioni per una nuova e più sostenuta crescita e per un nuovo modello di sviluppo più equo e sostenibile”.