Sono almeno un centinaio i pullman in partenza da tutta l’Emilia-Romagna per portare alla manifestazione Cgil di sabato 20 ottobre, a Roma, la protesta delle tante vertenze aperte e la testimonianza della crisi in territorio regionale, sulla quale si sono abbattuti gli effetti disastrosi del terremoto del 20-29 maggio scorsi. Proprio su questi aspetti la Cgil emiliano-romagnola caratterizzerà la propria presenza al grande happening di piazza San Giovanni con due ampi gazebo allestiti con grandi pannelli: le immagini delle zone colpite dal sisma e le cifre dei danni racconteranno l’evoluzione di quelle realtà da maggio ad oggi, l’emergenza drammatica, le misure adottate, i problemi aperti.

Se ne avrà eco anche dal palco della manifestazione, con l’intervento di una delegata sindacale dell’azienda biomedicale Bellco di Mirandola. Nell’area terremotata dopo cinque mesi le attività produttive sono ripartite al 70%, ma 14.000 addetti sono ancora in cassa integrazione (nell’immediato erano 39.000); le tendopoli sono chiuse, comincia la ricostruzione ma le risorse finanziarie non si vedono ancora.

L’allarme della Cgil si allarga poi alla crisi di tutto il territorio regionale: nei primi nove mesi del 2012 si contano ben 63 milioni di ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga), in aumento rispetto al 2011 e che coinvolgono circa 60.000 addetti.

Il segretario generale della Cgil regionale Vincenzo Colla punta il dito contro le politiche del governo, che vanno cambiate profondamente. “Sabato trasformeremo piazza San Giovanni in un grande ‘villaggio del lavoro’ – sottolinea Colla – per mostrare al paese il vero volto della crisi. Le manovre depressive del governo, la spending rewiev, la riforma delle pensioni e quella sul mercato del lavoro, non solo non hanno prodotto un'inversione di tendenza, ma hanno scaricato i problemi sul lavoro dipendente e sulle fasce più deboli, che saranno ulteriormente penalizzati dalla nuova stangata della legge di stabilità di questi giorni. Tutta la Cgil sarà in piazza per spingere il governo a modificare le priorità dell’agenda politica e gli strumenti di intervento, recuperando risorse attraverso la patrimoniale, intensificando la lotta all’evasione fiscale, attivando politiche industriali innovative e misure straordinarie per favorire l’occupazione e dare speranza ai giovani e al paese”.