Hanno manifestato chiedendo dignità oggi, 19 settembre, nei pressi della Reggia di Caserta, i lavoratori del settore restauro, insieme alla Fillea Cgil di Caserta e della Campania. Una protesta che puntava a portare alla luce le criticità presenti negli appalti di opere pubbliche del Mibact e le ricadute che queste hanno sui lavoratori e le lavoratrici del settore del restauro. "L’applicazione di un contratto, difforme da quanto stabilito dal nuovo Codice degli appalti, pone gli operatori del restauro, vero patrimonio di competenze e professionalità, nelle condizioni di dequalificazione professionale, con salari di gran lunga inferiori a quanto percepito dagli stessi colleghi a cui è applicato il ccnl industria edilizia", affermano in un comunicato congiunto Fillea di Caserta e della Campania.

"I restauratori, cui è applicato il contratto Finco/Ugl - continua la nota - percepiscono stipendi inferiori a quanto previsto dal contratto edile industria per centinaia di euro, non gli è riconosciuto alcun versamento alla Cassa edile, ed è precluso agli stessi il diritto di accedere a prestazioni accessorie e supplementari erogate dalla stessa Cassa. Un contratto che rischia di penalizzare ulteriormente chi è già vessato dalla precarietà, con l'elusione di norme fondamentali che mina anche la tutela della sicurezza".

"I lavoratori impegnati nei lavori alla Reggia di Caserta - continua la nota - oltre all’applicazione di un contratto 'pirata', subiscono violazioni legislative e contrattuali, quali il non corretto pagamento delle spettanze dovute, il mancato riconoscimento di diritti costituzionali come malattia ed infortunio, nonché la sottrazione di salario accessorio come gli assegni familiari, e addirittura mancati rimborsi fiscali".

La Fillea di Caserta fa sapere di avere interessato del problema l’europarlamentare Pina Picierno, le senatrici Camilla Sgarbato e Rosaria Capacchione, la presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, il Sindaco di Marcianise, Antonello Velardi, il direttore della Reggia, Mauro Felicori, e altre rappresentanze istituzionali, "chiedendo d'intervenire presso la direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania, affinché, a partire da quanto accade nell’intervento di restauro in atto presso la Reggia, il tutto possa essere ricondotto nei margini della corretta applicazione contrattuale, nonché del rispetto delle norme in esso contenute".