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L'aumento degli sfratti per morosità registrati lo scorso anno, pari all'89% del totale di quelli emessi, rappresentano “un vero e proprio 'bollettino di guerra' che impone il bisogno di affrontare il disagio abitativo con da un lato l’accelerazione nell’attuazione delle misure di spesa contenute nel recente decreto casa, dall’altro la consapevolezza che le risorse stanziate per affrontare l’emergenza sono assolutamente inadeguate”. E' la valutazione della Cgil e del Sunia, il sindacato degli inquilini, circa i dati sugli sfratti relativi al 2013 diffusi dal Ministero degli Interni.
Dati che, rilevano le due organizzazioni, “confermano una complessiva crescita del totale degli sfratti emessi nel 2013 rispetto all'anno precedente. Lo scorso anno infatti si sono registrati 73.385 sfratti emessi, in crescita del +8% rispetto al 2012 quando se ne contavano 67.790”. Per quanto riguarda invece gli sfratti per morosità, la Cgil e il Sunia parlano di “un aumento inarrestabile: sono infatti 65.302, contro i 60.244 del 2012, e rappresentano l'89% del totale degli sfratti emessi”.
Nel dettaglio, osservano, “risultano in aumento anche le richieste di esecuzione dello sfratto con l’ufficiale giudiziario che dalle 120.903 del 2012 passano alle 129.577 del 2013 (+6,70%) e gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario: dai 27.695 del 2012 ai 31.399 del 2013 (+12%)”. Per quanto riguarda la ripartizione geografica, “ben 22 province hanno incrementi degli sfratti per morosità superiori al 20%, tra le più grandi Napoli con il 22%, Catania con il 26% di Catania, La Spezia con il 43%. Roma è di gran lunga la città con il più alto numero di sfratti per morosità: sono 7.042, in aumento del 14% rispetto ai 6.191 dell’anno precedente. Seguono poi Milano e Napoli”.
Una fotografia che disegna quindi 'un bollettino di guerra'. “E’ giunto il momento - spiegano Cgil e Sunia - di affrontare il disagio abitativo con politiche di ampio respiro che prevedano: un piano pluriennale di edilizia sociale in affitto a canoni sostenibili, puntando sul recupero di aree ed edifici dismessi senza ulteriore consumo di suolo; una revisione della legge sulle locazioni che punti, attraverso contrattazione collettiva e leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta; una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà”.