"Aspettiamo con fiducia l’esisto dell’inchiesta della magistratura per accertare quanto accaduto alla Carbosulcis con l’augurio che chi è accusato dimostri la sua estraneità ai fatti di cui abbiamo letto sulla stampa, ma sin da ora, ci riserviamo di costituirci parte civile, nel caso ne sussistano le condizioni e se nel comportamento dei rappresentanti aziendali della Cgil dovessero essere riscontrate illegalità". Così la Cgil sardegna in una nota.

"La Cgil sottolinea che, se venisse accertato che il sindacalista si è reso responsabile dei fatti riportati oggi sulla stampa, abusando dell’esercizio della rappresentanza, sarebbe un fatto gravissimo, inaccettabile e lesivo dell’immagine e del lavoro quotidiano compiuto da centinaia di sindacalisti della confederazione. Un fatto, la cui responsabilità sarebbe personale, ed evidentemente legata a un esercizio del tutto arbitrario del ruolo di Rsu", prosegue il comunicato sindacale.

"Nessuna tolleranza verso questo genere di atteggiamenti, e, insieme a ciò, una denuncia verso i precedenti vertici aziendali che, soprattutto nell’ultima fase di attività della miniera, hanno preferito negare un ampio confronto sindacale, decidendo di limitare le trattative per l’attuazione della delibera regionale sulla ristrutturazione della miniera dentro il perimetro aziendale, con le sole Rsu e senza i sindacati confederali e di categoria, che più volte avevano chiesto di portare il confronto su un diverso livello", conclude la Cgil sarda.