È stata presentata stamattina (24-4) dalla Rsu e dai sindacati Fiom e Uilm la piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale in Caprari. La piattaforma, votata all’unanimità in assemblea da circa 300 tra operai e impiegati, giunge in un fase di rapporti particolarmente tesi tra azienda e lavoratori. Infatti, nei mesi scorsi si è svolta una mobilitazione che è culminata a inizio marzo nello sciopero contro i sabati comandati che ha visto l’adesione del 100% dei lavoratori. "La mobilitazione – si legge in un comunicato della Fiom Cgil di Modena – è stata proclamata contro l’utilizzo indiscriminato di lavoratori interinali in sostituzione di personale dipendente. Infatti, a dicembre 2014 l’azienda ha aperto una procedura di mobilità volontaria per 23 tra operai e impiegati, motivandola con il calo drastico delle commesse sul mercato estero (Libia, Arabia Saudita, ecc…)".

"A distanza di poche settimane, a gennaio 2015, l’azienda ha però inserito oltre 40 lavoratori somministrati molti dei quali in sostituzione delle persone uscite a dicembre – continua la nota –. Oltre a ciò, a gennaio 2015, l’azienda ha comandato 36 ore di straordinario obbligatorio per 6 sabati mattina consecutivi. “Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso – dice Massimo Valentini della Fiom Cgil - perché ha smascherato le vere intenzioni dell’azienda, ovvero alleggerirsi dei costi con la mobilità del personale più anziano, sostituendolo con personale più giovane somministrato e meno costoso, e magari in prospettiva pensare anche a nuove assunzioni utilizzando gli sgravi contributivi del contratto a tutele crescenti”.

Con la piattaforma presentata oggi, Fiom, Rsu e lavoratori chiedono, tra l’altro, di avviare un confronto con l’azienda sui problemi aperti, a cominciare dalla stabilizzazione per anzianità di almeno il 10% dei contratti di somministrazione, e di fissare a 18 mesi (frazionati e/o continuativi) il termine massimo per l’utilizzo dei lavoratori somministrati. Si chiede, inoltre, che in caso di sentenza del giudice di licenziamento illegittimo, il lavoratore venga reintegrato sul posto di lavoro mantenendo l’anzianità e i diritti acquisiti, superando il solo criterio della monetizzazione previsto da Jobs Act.