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“Il governo ha accusato il colpo della manifestazione del 5 maggio scorso, che ha determinato questo incontro, di cui non si può dare un giudizio positivo: non è stata data alcuna risposta alle criticità che abbiamo proposto”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, al termine dell’incontro di ieri sera (martedì 12 maggio) con l’esecutivo a Palazzo Chigi sul ddl “buona scuola”. Secondo la leader sindacale, i il governo “ha detto di aver preso buona nota, anche se siamo ben lontani dal cambiamento profondo dell’impianto del provvedimento”. Oltre al merito, Camusso critica anche il metodo: “Abbiamo un ulteriore appuntamento delle categorie, dopo le audizioni parlamentari, per discutere il ddl con il governo. Ma si commenta da solo il fatto che l’esecutivo faccia il confronto dopo l’audizione”.
Sono quattro i “punti dirimenti” individuati dalla Cgil (l’assunzione dei precari, la centralità del contratto, la questione delle funzioni della dirigenza e le premialità), e su questi l’incontro non ha certo dato i risultati sperati. Il mondo della scuola, quindi, continua a essere mobilitato, e sono molte le iniziative in campo. “Visto il giudizio non positivo dell’incontro – ha aggiunto il segretario generale Cgil – valuteremo quali altre azioni mettere in campo. È chiaro a tutti che il ddl, anche rispetto alle poche modifiche apportate, è un modello non condiviso nella scuola. Continueremo perciò a batterci per cambiarlo”.
Duro anche il giudizio della Flc Cgil. “Dall'incontro con il governo – spiega una nota del segretario generale Domenico Pantaleo – nessuna apertura concreta sui punti di merito sollevati dalle organizzazioni sindacali. Durante il passaggio al Senato ci sarà un ulteriore confronto con la ministra dell’Istruzione Giannini”. Secondo il leader della Flc Cgil, l’incontro è stato “un primo risultato della mobilitazione, ma non basta. Gli emendamenti approvati non cambiano la sostanza dell'impianto del disegno di legge, che resta irricevibile. Il governo, se vuole aprire un vero dialogo, deve fermare il percorso di approvazione del disegno di legge, fare un provvedimento urgente sul precariato e ascoltare il mondo della scuola”. Riguardo le azioni future, così conclude: “Nei prossimi giorni organizzeremo presìdi in occasione dell’inizio del dibattito alla Camera, assemblee e iniziative di lotta nelle scuole. Ma siamo pronti a bloccare gli scrutini”.