“Ogni tanto ci serve tornare con qualche nettezza sulla situazione di questo paese, per evitare che diventi un paese diviso tra chi si misura sulla drammaticità dei problemi del lavoro e chi invece pensa che siamo di fronte a un mondo 'carino'. La piazza di sabato 25 ottobre serve a fare chiarezza. Perché ci dice che non è vero che basta ridurre le tasse e far ripartire la crescita. Non funziona così, bisogna puntare sugli investimenti”. A dirlo è stata il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, alla presentazione del Piano del lavoro della Cgil Roma e Lazio, nel suo intervento trasmesso su RadioArticolo1.

“Un percorso di crescita e redistribuzione della ricchezza – ha continuato Camusso - non può essere determinato dalla riduzione fiscale. Perché la riduzione fiscale non determina lavoro e quindi reddito per la parte più debole del paese . Il metodo è semplice: bisogna fare un bilancio chiaro delle politiche economiche precedenti. Va bene elaborare la propria idea del futuro, ma bisogna prima sapere cose' successo nel passato. La legge di stabilità, ad esempio, si muove su politiche di continuità ripsetto la passato. Vive nell'illusione che il versante fiscale stimoli la ripresa, ma non è così”.

“Io sono terrorizzata – ha concluso Camusso - da un paese in cui il 10% delle famiglie detiene il 50% della ricchezza. Bisogna puntare sulla redistribuzione. Le famiglie povere sono aumentate a dismisura in questi anni, anche quelle in cui ci sono lavoratori. Per questo puntiamo al buon lavoro. Il piano del lavoro è tutto questo: un modello su cui impostare la ripresa. Se l'emergenza è il lavoro, allora bisogna costruire politiche che puntino a creare nuovi posti di lavoro dignitoso, e che non si rassegnino all'idea che l'unico lavoro possibile è quello che c'è oggi. Altrimenti resta uno squilibrio nel modo in cui viene distribuita la ricchezza. Così non si stimola la ripresa.”