“Intervenire sulle pensioni ha un costo, perché è una scelta politica che sposta risorse verso il basso, ma c’è una cosa in più che si potrebbe fare: costruire dinamiche di solidarietà diverse, perché ci sono divari tra gli stessi lavoratori. Siccome hanno fatto una legge sbagliata, abbiamo persone che devono pagarsi la pensione con penalizzazioni e prestiti. Dunque, le pensioni siano il primo punto della legge di Stabilità, e lo dico a Furlan e Barbarballo: su questo, organizziamo una grande mobilitazione unitaria”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, si rivolge ai leader di Cisl e Uil nelle conclusioni della Conferenza di organizzazione all'Auditorium di Roma.

“Nei prossimi giorni – ha continuato la leader Cgil – cominceremo la discussione sulla legge di Stabilità. Dobbiamo avere la forza di dire che una sola questione è fondamentale: cosa ci sarà sulle pensioni, ovvero che si inverta il trend attuale e che ci sia la possibilità per giovani uomini e giovani donne di entrare nei luoghi di lavoro tradizionali, dove non si esce più per turn-over, ma dove si sta per un tempo di lavoro infinito, e non si sa più nemmeno quanti anni di contributi bisogna versare per uscirne: 42, 44, 45 anni". 

Nel contempo, "dobbiamo dare una risposta a chi si aspettava di andare in pensione a 60 anni e a 66 sta ancora lì. Sappiamo bene che c’è una relazione tra chi va in pensione e quale lavoro fa, ma se non introduciamo una flessibilità, i giovani non avranno nessuna pensione, perchè non avranno i contributi sufficienti per arrivarci. Ci hanno detto che l’Europa non ne vuole discutere, ma l’Unione ci dice che non si può toccare neanche la legge sulla casa".