“E' chiaro che il 2014 rischia di essere un anno pesantissimo per l'occupazione: un anno in cui intere aree del paese si sentono abbandonate, penso al Mezzogiorno, quindi è fondamentale realizzare politiche che attuino scelte di lavoro e rimettano il lavoro al centro, in assenza di queste politiche è indubbio che la situazione sarà sempre più difficile”. Ad affermarlo in un intervento ai microfoni del Gr1 Rai, ripreso dall’Ansa, è Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che sottolinea anche come “le promesse del Governo sulla Cig non siano rassicuranti”.

I dubbi di Camusso sono innanzitutto relativi al fatto che “andare alla legge di stabilità vuol dire portare lavoratori che non hanno ancora ricevuto l'indennità a un anno di assenza, considerato che dobbiamo ancora chiudere il 2013”. In secondo luogo, aggiunge Camusso, “oltre al dover trovare le risorse, il governo ci deve garantire e dire chiaramente che finché non entrano in vigore i nuovi ammortizzatori sociali, non ci sono restrizioni alla cassa integrazione e mobilità in deroga”.

Per il segretario Cgil, infatti, “non si può intervenire sugli accordi già fatti e non può essere che se si va al Ministero dello sviluppo economico si può avere la possibilità di fare accordi lunghi di deroga, e invece nel territorio no: non si possono creare differenze così consistenti”. Inoltre, per Camusso “non si può porre un tetto di otto mesi a prescindere, ma come sempre gli ammortizzatori sociali devono essere legati ai piani e alle prospettive di ripresa delle imprese”.

“Abbiamo segnali che le aziende stiano licenziando perché le regioni respingono le domande di accesso alla cig – conclude il segretario Cgil - non è ancora un fenomeno molto ampio, ma è da troppo tempo che si ventila la riduzione della cig in deroga, ed è sicuro che col messaggio mandato dal ministro Poletti sui tempi degli accordi, questo fenomeno si moltiplicherà”.