La manifestazione di sabato 25 ottobre a Roma “non è ovviamente la conclusione di una stagione, è l'inizio di un percorso per cambiare la delega lavoro e la legge di stabilità. Il messaggio che vogliamo dare è che non rinunceremo alla battaglia neanche se vedremo moltiplicarsi le fiducie in Parlamento”. Lo ribadisce il leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando a Genova.

Nel suo intervento trasmesso in diretta da RadioArticolo1 (qui si può ascoltare in podcast), la sindacalista avverte che “la partita non è finita”. E sottolinea che nella mobilitazione che inizia sabato a San Giovanni “non bastano gli iscritti, serve un fronte ampio” e quindi va costruito “nel tempo questo movimento insieme ai tanti lavoratori non organizzati. Non deve passare il messaggio - conclude - che stiamo difendendo noi stessi e non quelli che non sono nelle nostre condizioni”.

“Siamo un Paese perennemente a rischio”, aggiunge riferendosi alla fragilità del territorio nella città che ha subito l'alluvione. “Da lungo tempo - ricorda - diciamo che la prima cosa da fare e che ha bisogno di investimenti pubblici è l'intervento sul dissesto idrogeologico. E poi si scopre che anche quando ci sono le risorse i lavori non vanno avanti per i ricorsi e allora c'è una drammatica urgenza di mettere mano agli appalti perché siano trasparenti e efficienti invece di affrontare il problema con le deroghe”. Altrimenti, avverte, “è la logica del cerino”.