“E’ doloroso scoprire che non ci conosciamo più. Dobbiamo imparare a conoscerci e ascoltarci. Per questo il tema del territorio non è solo una riflessione organizzativa, ma è anche il punto dove ci si ritrova e riconosce per partecipare assieme”. Con queste parole il segretario generale della confederazione, Susanna Camusso, ha affrontato il tema dell’identità della Cgil nel cambiamento, nel corso delle sue conclusioni della Conferenza di organizzazione all'Auditorium di Roma. 

“Il giorno che riusciremo con normalità - ha detto facendo un esempio - a chiamare i compagni dei servizi ‘compagne’ e ‘compagni’, invece che ‘tecnici’, avremo fatto un passo avanti straordinario”.

Prosegue Camusso: “Ci siamo interrogati nella conferenza su che cosa siamo. Abbiamo cercato un modo di raccontare la nostra storia. La Cgil è sempre stata un movimento e un’organizzazione, e la sua storia è stata sempre questa: trovare un punto di equilibrio tra essere un’organizzazione ed essere nel movimento. Dobbiamo trovare il nuovo equilibrio rispetto al cambiamento che c’è intorno”. Ma perché la Cgil duri come organizzazione di massa che si misura col cambiamento, assicurando partecipazione e discussione, “serve la democrazia di mandato che permette a tutti di ricollocarsi, e all’organizzazione stessa di parlare col movimento”. 

“La nostra conferenza - ammette Camusso - è in ritardo sicuramente. E’ stato un processo faticoso. Ma alla fine abbiamo costruito il percorso, abbiamo fatto la scelta di andare avanti nel cambiamento. Si poteva fare di più, ma intanto il segno del cambiamento è la riduzione della burocratizzazione e della verticalizzazione della nostra organizzazione: non è stata una banalità”. 

“Uno dei problemi che abbiamo è l’agire diverso nelle piccole e nelle grandi strutture. In troppe occasioni abbiamo lasciato il presidio del territorio allo Spi, ai servizi, a qualche dirigente confederale”, ha detto il segretario invitando la Cgil a recuperare una presenza diversa sul territorio, nei luoghi di lavoro, e “ricostruire il perimetro” dell’azione sindacale.