Si allarga la mobilitazione dei sindacati contro il decreto legislativo di riordino delle Camere di commercio annunciato dal governo. Stavolta a protestare sono i sindacati del pubblico impiego e del commercio di Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna, che si riuniscono oggi (martedì 2 febbraio) a Bologna, alle 14.30 presso l’Auditorium della regione, per chiedere a imprese, istituzioni e politici locali “di prendere coscienza della situazione facendo sentire con forza la loro voce per il miglioramento, e non la distruzione, del sostegno e dei servizi offerti all’economia locale da parte del sistema camerale”.

I sindacati contestano i contenuti del provvedimento, come “la limitazione drastica delle funzioni a quelle meramente anagrafico-certificative, il taglio lineare del numero dei lavoratori, il dimezzamento delle risorse derivanti dal diritto annuale pagato dalle imprese, con un risparmio medio per impresa di 50 euro all’anno”. Una serie di misure, spiegano Cgil, Cisl e Uil, varate “indipendentemente da qualsiasi considerazione sull’efficienza, sull’utilità e sui costi dei servizi oggi forniti dalle Camere di commercio, che non hanno alcuna incidenza sul bilancio statale”.

Con il ridimensionamento del sistema camerale, continuano le organizzazioni dei lavoratori, “le imprese, soprattutto le medio-piccole, perderebbero quel sostegno pubblico per l’innovazione, l’internazionalizzazione, l’accesso al credito e la formazione imprenditoriale di cui fino a oggi hanno potuto usufruire”. Ma la perdita, concludono i sindacati, sarebbe anche per i cittadini e per i lavoratori, considerato “l’assurdo spreco di competenze e capacità operative che si prospetta e il danno al futuro del tessuto economico regionale che ne deriverà”.