Enel non rispetta le leggi sui call center e mette nuovamente a rischio 3 mila posti di lavoro a Taranto. A lanciare l’allarme è Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil tarantina, commentando la decisione dell’azienda di affidare il customer care al massimo ribasso. “Nonostante la recente approvazione della legge per le clausole sociali, Enel ha deciso di affidare il servizio di assistenza clienti a call center con costi così bassi che non coprono nemmeno i costi dei lavoratori” spiega l’esponente sindacale: “Ma non é l’unica. Anche Poste Italiane ha scelto arbitrariamente di non rispettare la legge approvata dal Parlamento e di affidare le proprie commesse in spregio a ogni regola e ai diritti dei lavoratori che rischiano nuovamente di essere ridotti a quella nuova forma di schiavitù che stiamo da anni combattendo”.

Le conseguenze per Taranto potrebbero essere devastanti. A novembre, infatti, scadrà la commessa affidata a Teleperformance, che occupa circa 3 mila dipendenti tra diretti e a progetto: “Se Enel dovesse decidere di perseverare in questa logica del massimo ribasso, sarebbe altissimo il rischio che possano andare in fumo le certezze dei lavoratori che, grazie alle lotte dei dipendenti e del sindacato, sono stati negli anni stabilizzati con contratti nazionali di lavoro”. In conclusione Lumino si chiede: “È possibile che lo Stato non controlli le sue aziende e mostri una schizofrenia che cancella il lavoro fatto in questi anni per regolamentare la giungla di questo settore? O forse dobbiamo cominciare a pensare a complicità e connivenze?”.