Quattrocento esuberi annunciati e sciopero proclamato per il 9 marzo. E' quanto accade negli stabilimenti di Penne (Pescara) della Brioni e della Roman Style. Lunedì 29 febbraio, infatti, l’amministratore delegato di Brioni Gianluca Flore ha annunciato i pesanti tagli previsti, solo qualche giorno dopo i sindacati hanno quindi risposto con la proclamazione dello stato di agitazione e l'annuncio della data della mobilitazione, con manifestazione a  Pescara.

Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil chiedono un impegno da parte di Brioni, “oltre che a presentarci il piano industriale, ad esplorare tutte le attività di insourcing fattibili , ed andare ad esplorare tutte quelle attività che possono portare ulteriori volumi a Roman Style, sia all’interno che all’esterno del gruppo kering, che consentano una crescita  organica”.

Brioni è un'azienda italiana di abbigliamento maschile di proprietà della holding francese Kering. Fondata a Roma nel 1945, è conosciuta per i suoi abiti Su Misura (made-to-measure), le collezioni sartoriali ready-to-wear e i prodotti in pelle. In questi ultimi sette anni, Brioni sia prima dell’acquisizione da parte gruppo kering, che dopo, ha utilizzato una svariata serie di ammortizzatori sociali.

Dal 2009, in contemporanea dell’inizio della cassa integrazione ordinaria, è stata anche attivata la prima procedura di mobilità volontaria. La prima procedura ha trovato l’adesione dei dipendenti più vicini alla pensione. Nella seconda procedura di mobilità volontaria invece, complice un incentivo all’esodo più sostanzioso ( 28000 euro), hanno aderito anche dipendenti che non si avvicinavano alla pensione. Tra le due procedure sono uscite circa 122 persone.

Ad ottobre del 2011 è stata la volta della divisione donna, dove nella maggioranza dei casi, i lavoratori e le lavoratrici nell’arco di 14 mesi hanno trovato posto negli altri stabilimenti di Brioni (Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova). Comunque ad ottobre del 2013 alla fine dei due anni di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, circa 20 lavoratori tra volontari e non, sono andati anch’essi in mobilità.

Il 26 marzo 2014 invece si conclude una lunga trattativa che porta tra cassa integrazione straordinaria e mobilità un saldo negativo di ulteriori 65 dipendenti. Attualmente ci sono alcuni dipendenti ancora in cassa integrazione (che scadrà il 6 aprile 2016), tra cui sette che hanno scelto i corsi di riqualificazione e dal 7 aprile saranno in produzione. Il saldo negativo quindi al 6 aprile dovrebbe attestarsi sui 58 dipendenti. Un ulteriore mobilità volontaria è stata sottoscritta ad ottobre 2015 e 50 dipendenti hanno scelto questa strada accettando un incentivo che variava da un minimo di 16 mila euro per i part time al 50% ad un massimo di 32mila euro per i full time. Questa mobilità è stata prorogata fino al 29 di febbraio ed altri 15 dipendenti sono andati in mobilità.

“Ad oggi – fanno saper i sindacati in un comunicato congiunto - abbiamo assistito alla perdita di circa 275 posti di lavoro, senza dimenticare gli ulteriori 54 dipendenti che hanno perso il loro posto di lavoro tra Modena e Bologna in seguito alla chiusura di Sforza, azienda rientrante nel brand Brioni”.