“Ovunque a muovere i popoli sono le grandi trasformazioni, e ce n'è una che ci coinvolge direttamente: quella delle nuove tecnologie, dell'interconnessione, delle automazioni, dei grandi dati". Sono “trasformazioni che richiedono un’idea della distribuzione del lavoro, dei diritti e delle tutele di sempre, a cui aggiungere le tutele di quarta generazione”. Lo ha detto Augustin Breda, delegato Electrolux Susegana, nel suo intervento al congresso della Cgil in corso a Bari.

 

“Il controllo e i sistemi di raccolta dati nei luoghi di lavoro per la profilazione dei lavoratori vanno di pari passo: abbiamo dati spesso usati per comprimere le libertà e dignità, per controllare i lavoratori in tutti i settori”, ha detto Breda, rilanciando la necessità di “una legge per il controllo dei dati. Il regolamento Gdpr dell'Unione Europea (sulla tutela della privacy, ndr) permette agli stati di regolare questa materia. Abbiamo necessità di avere accesso al tipo di raccolta e all'uso che ne fanno le imprese e i gestori a cui le imprese consegnano i dati. È un problema generale molto profondo. Dobbiamo conoscere, intervenire, regolare modi e strumenti legati ai big data”. Breda ha denunciato l’abuso che ne fanno le imprese: “decine se non centinaia di Rsu e di attivisti sindacali vengono licenziati da Monfalcone da Torino a Gela”.

"Io - ricorda Breda - sono stato licenziato e poi recentemente reintegrato da un giudice di Berlino. La scusa era l’abuso della 104. Un controllo investigativo di parte l’avrebbe confermato, e questo è un problema perché se un controllo ci deve essere, ed è giusto che ci sia, il controllo deve essere pubblico e terzo, non di parte. Il giudice ha certificato l'onestà del mio comportamento e la disonestà aziendale. E’ stato messo in discussione il tentativo di screditare la persona, il ruolo e insieme il sindacato. Ringrazio qui le 40 ore di sciopero fatte dai compagni di fabbrica, dai colleghi che hanno aderito al 70%. La ragione ritorsiva - ricorda Breda - era legata alla nostra denuncia, alla nostra azione di delegati verso lo Spisal per gli effetti dei ritmi sulla salute dei lavoratori: 200 malattie professionali riconosciute, 400 lavoratori con limitazioni. E lo Spisal, qualche giorno dopo il mio licenziamento, ha sanzionato l'azienda".

“Lo sfruttamento che arriva fino a rovinare la salute degli operai alle catene di montaggio - prosegue Breda - esiste tutt'oggi e i lavoratori sono chiamati anche a rimanere in quei luoghi di lavoro, dove la prestazione troppo complicata troppo dura per ritmi troppo alti, fino a 67 anni secondo la legge Fornero e la legge sulle pensioni. Errore non averla combattuta a sufficienza”.

Un passaggio anche sugli effetti dell’automazione e robotizzazione dei processi produttivi. “Le trasformazioni che oggi sono in corso ovunque parlano di nuovi modelli produttivi 4.0, interconnessi con impianti che sono collegati con la domotica. L'effetto sugli operai sarà una netta riduzione, in un rapporto 1 a 3. Oggi alla Electrolux siamo in 800 operai, 1200 lavoratori: rimarranno se va bene 300 operai. E non sto parlando del domani. È un processo già avviato che si concluderà entro tre anni. Innovazione e sfruttamento camminano di pari passo, da Foodora ad Amazon ai tanti altri luoghi di lavoro. Le future linee di Electrolux, dove lavoro, produrranno 130 frigoriferi all’ora, uno ogni 27 secondi, e lì ci saranno ancora degli operai, ma l'impreparazione culturale di noi operai su questi temi è drammatica. Servirebbe un grande salto culturale, un’alfabetizzazione digitale di massa non solo per individuare i rischi ma anche per sfruttare le potenzialità dell'innovazione che sta avanzando”.

Serve quindi “un piano straordinario pubblico” per ovviare alla carenza di “formazione degli operai e, di conseguenza, delle Rsu e delle strutture sindacali”, ha concluso Breda.