“La decisione del sindaco di Bologna, Virginio Merola, di garantire l'acqua alle famiglie che hanno occupato i due stabili di via De Maria ci vede concordi. L'accesso all'acqua, vista anche la forte presenza di minori nelle case occupate, è un diritto che non può essere negato. Esprimiamo, però, forte preoccupazione relativamente al tema dell'emergenza abitativa in città, che ad oggi resta privo di soluzioni che non siano quelle improvvisate ed emergenziali delle occupazioni è quanto si legge in una nota della segreteria Cgil Bologna–. “Il numero di case Acer non assegnato in tempi ragionevoli continua ad essere un problema irrisolto; e questo avviene nonostante le dichiarazioni dell'assessore Riccardo Malagoli, più volte riportate dalla stampa, di voler velocizzare le procedure anche attraverso la revisione dell'attuale regolamento di assegnazione (posizione che ai tavoli ufficiali la Cgil ha sempre condiviso)”.

“La posizione della Cgil di Bologna – continua la nota – va oltre l'ottimizzazione dell'impiego del patrimonio abitativo Acer. Da tempo sosteniamo la necessità di soluzioni innovative (a iniziare dall'utilizzo del patrimonio pubblico di immobili sfitti, e dal rilancio dell'agenzia metropolitana per l'affitto). Quello che, a nostro avviso, rimane inaccettabile, è che la graduatoria dei bisogni delle persone che cercano casa a Bologna non sia gestita dal Comune, o dai servizi sociali che sul territorio intercettano le tante esigenze, ma venga lasciata all'iniziativa spesso strumentale di gruppi che a vario titolo si occupano del tema emergenza casa, trovando soluzioni non sempre legali”.

“Anche alla luce del dibattito sorto a seguito di quest'ultima decisione dell'amministrazione, riteniamo utile l'apertura di uno specifico tavolo che affronti complessivamente il tema delle politiche abitative in città.