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La Basilicata continua a spopolarsi, e neppure il saldo sulla popolazione straniera, che pure a livello nazionale in parte compensa gli indici negativi, riporta in positivo il valore. Al 1° gennaio 2015, i residenti sono 576.619. Rispetto al 2014, la popolazione si riduce di 1.772 unità (-3 per mille). Nel biennio precedente, dal 2011 al 2013, mostrava la tendenza demografica peggiore d’Italia, con punte negative nell’area della Val d’Agri. Nel 2015 le cose non vanno meglio. In termini percentuali, i lucani rappresentano lo 0,95% della popolazione italiana, pari a 60.795.612 individui. Oltre la metà della popolazione è costituita da femmine (51%), e la distribuzione provinciale vede primeggiare in maniera evidente Potenza (65% della popolazione residente).
Le più recenti proiezioni demografiche parlano di 534.686 residenti nel 2030 e di 461.653 residenti nel 2050, con riduzioni rispettive pari al 7,2% e di circa il 20% nel 2050. Una situazione di desertificazione sociale e demografica. I dati del bilancio demografico, riferiti al 2014, mostrano un saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) negativo pari a - 1.841. Le nascite sono state 4.123 e i morti 5.964. Il numero medio di figli per donna, che si colloca al di sotto della media italiana pari a 1,35, è di 1,17 (stima anno 2015) e l’età media delle madri al parto è 32,2 a fronte di un valore pari a 31,6 riferito al totale Italia. Il segno negativo contraddistingue anche il saldo migratorio (- 690). Il saldo migratorio con l’estero è di 1.033, dato dalla differenza tra 1.854 iscrizioni dall’estero e 821 cancellazioni per l’estero, mentre il saldo migratorio interno, reso dalla differenza tra gli iscritti da altri comuni (6.045) e i cancellati per altri comuni (7.768), è di -1.723.
Gli stranieri residenti ammontano a 18.210 e rappresentano il 3% della popolazione complessiva. Rispetto all’anno 2012, si riscontra un incremento del 38%, in termini assoluti l’aumento è pari a 5.008 unità. Il tasso di mortalità, di cui l’Istat mette a disposizione una stima per l’annualità 2015, è pari a 11,1 per mille abitanti. Tale valore, che raggiunge nel 2015 il picco rispetto agli anni precedenti, è imputabile in parte a effetti strutturali connessi all’invecchiamento della popolazione.
"Per una serie di fattori congiunti (bassa natalità, contenuta fecondità ed allungamento della vita media) – spiega Antonella Nota, ricercatrice Ires Cgil Basilicata –, la popolazione lucana, così come quella nazionale ed europea, è sottoposta a un progressivo invecchiamento. In quanto ad aspettativa di vita in Europa, l’Italia è seconda solo a Svezia e Paesi Bassi e la Basilicata, con 85 anni medi delle femmine e 80 dei maschi, è una delle regioni europee più longeve. L’indice di vecchiaia ci dice che ci sono attualmente in Basilicata quasi due anziani per ogni giovane. In termini assoluti, gli ultrasessantacinquenni sono 124.658, il 22% del totale. Si riduce sia la popolazione in età attiva (15 - 64 anni), sia quella fino a 14 anni di età, attestandosi rispettivamente a 378.763 (il 66% del totale) e a 73.198 (13% del totale). L’indice demografico di dipendenza strutturale, costruito rapportando la popolazione in età non attiva ( 0 – 14 anni e 65 anni e oltre) alla popolazione in età attiva (15 - 64 anni), dal 2014 al 2015 passa da 51,8% a 52,2%. Negli ultimi trent'anni si è notevolmente affievolito il ricambio generazionale, con una sostanziale riduzione dei giovani 0 - 14 anni e una costante tenuta dello spaccato di popolazione in età attiva (che si è mantenuta intorno al 65%), a vantaggio della componente anziana (che supera il 20% della popolazione)".