L'ultimo nome sulla lunga lista della fuga da Roma a Milano è quello di Consodata, preceduto da Sky e Mediaset. Nel mezzo le emergenze – se così si possano definire – rifiuti e trasporto pubblico, le periferie abbandonate, le crisi di Alitalia e Almaviva. A un anno esatto dall'elezione della sindaca Raggi, facciamo il punto con Michele Azzola, segretario generale della Cgil Roma e Lazio, per capire se c'è un argine al degrado della città, e come il sindacato intende giocare un ruolo da protagonista per la rinascita.Non si tratta di mettere in contrapposizione Roma e Milano – esordisce il dirigente sindacale –. Però è evidente che loro sono più bravi ad attrarre risorse. Il motivo secondo me è molto semplice: qui il Comune e la Regione non dialogano. Anzi, storicamente l'uno gongola quando all'altro capita qualcosa. La conseguenza è che mancano le certezze, quelle di cui le imprese hanno bisogno. In poche parole, manca una visione di sistema”.

Rassegna Puoi farci qualche esempio?

Azzola Il caso della Fiera di Roma secondo me è emblematico. L'incomunicabilità tra le istituzioni, i dispetti reciproci, stanno portando a chiudere tutto. La vecchia fiera è ormai abbandonata, quella nuova non riesce a decollare e tra un po' i capannoni finiranno in mani cinesi perché la zona fa gola dal punto di vista logistico (è vicina all’aeroporto e al porto, ndr). Siamo al paradosso che la più grande fiera europea della frutta si fa a Berlino, quella del pesce a Bruxelles, mentre la nostra città non ha una struttura idonea. Penso anche al poco chimico-farmaceutico di cui nessuno parla, ma soltanto perché i numeri sono ancora relativamente piccoli: anche qui stiamo “perdendo la testa”, nel senso di ricerca e sviluppo che si spostano a Milano, col rischio di diventare un “pillolificio” senza prospettive. L'altro difetto tipico è l'assenza di continuità amministrativa. Se a ogni cambio di amministrazione si smonta tutto, vedi Olimpiadi, stadio, Centro agroalimentare, Fiera eccetera, quale investitore privato può decidere di mettere i soldi? La fuga del multimediale dipende da questo: a Milano c'è un polo d'eccellenza che sostiene le piccole imprese. Qui abbiamo mantenuto una trasmissione Mediaset solo perché Maria De Filippi vive a Roma...

Rassegna Voi state provando a fare da intermediari, una specie di cuscinetto tra i due litiganti, e qualche risultato si intravede. Mi riferisco alla recentissima firma di un protocollo con la sindaca Raggi. In cosa consiste?

Azzola All'apparenza è un normale protocollo in cui fissiamo le priorità (rifiuti, trasporti, periferie). Ma la novità vera è che finalmente torna la concertazione. C'è scritto nero su bianco ed è la prima volta che accade per un'amministrazione del Movimento 5 Stelle: in pratica, il Comune si impegna a consultarci prima di andare in giunta con un provvedimento, cioè tutto il contrario della disintermediazione sbandierata a livello nazionale. Un esperimento per noi, ma anche per loro. Nel frattempo l'amministrazione Zingaretti ha accettato la nostra richiesta insistente di un tavolo congiunto Salva-Roma, che abbiamo etichettato con lo slogan “Chi non ci sta è contro Roma”. Mettiamo tutti i problemi in fila, cerchiamo di capire come si risolvono e dove si trovano le risorse. Vogliamo coinvolgere anche il governo nazionale, perché tutte le capitali europee, dovendo sopportare costi aggiuntivi rispetto alle altre città, hanno bisogno di risorse. Ma dirò di più: come Cgil stiamo andando oltre e a breve lanceremo un’altra iniziativa per convocare tutte le forze in campo, compresi gli imprenditori, con l’obiettivo di arrivare a un Patto per Roma. Se ognuno si muove da solo, la città non può farcela.

Rassegna Hai accennato ai problemi endemici. Partiamo dai rifiuti. Cosa proponete?

Azzola Intanto vi posso anticipare che fra qualche giorno scoppierà una nuova crisi, perché uno dei privati ha appena comunicato che dovrà dimezzare la raccolta di materiale non avendo più spazi per scaricarlo. Secondo noi, l'unica soluzione è il porta a porta: se ci riescono città come Parigi e Madrid, il ritornello autoassolutorio secondo cui Roma è troppo grande per farla, non regge più. Ma voglio anche dire che il cittadino romano non è peggiore di altri. Quello che manca è il controllo, non si fanno le multe, cose normalissime nelle altre città. E poi, a proposito di una visione di sistema, occorre creare un'area del riutilizzo, del riciclo, in cui probabilmente arriveranno imprese per creare un indotto. Ci stiamo provando su Colleferro con molta fatica grazie a un accordo con Lazio Ambiente. Solo così possiamo chiudere il ciclo dei rifiuti ottenendo vantaggi per tutti. Ma questa cosa semplicemente non si è fatta perché Roma è campata sulle discariche dove buttavi dentro valanghe di immondizia facendo arricchire i soliti noti.

Rassegna L'altro infinito disagio per i cittadini della capitale è il trasporto pubblico...

Azzola La politica romana si affeziona a parlare di Atac perché è una partecipata che gestisce le assunzioni e crea consenso. Intanto iniziamo a far pagare il biglietto a tutti. Ma quello è solo un tassello del mosaico. Bisogna partire da quale idea si ha del traffico privato. Certo che è più comodo spostarsi in macchina con l'aria condizionata, ma perché questo non succede nelle altre capitali? Bisogna sistemare i parcheggi, creare aree ad accesso molto limitato e smetterla con l'anarchia: se parcheggi in terza fila, al massimo un vigile ti chiede di spostare la macchina. Un'altra nostra idea è regolare la consegna delle merci. Nelle città più moderne si fanno i bandi per singole zone: chi vince, raccoglie i pacchi in un luogo deputato e lontano dal caos e poi, a orari prestabiliti, passa un solo furgone, non cinquanta, per rifornire tutti i negozi.

Rassegna Una battuta finale sul turismo. A Roma c'è il record dei mancati ritorni...

Azzola Non solo, l’altro primato negativo è la durata della permanenza, bassissima. Torniamo al solito discorso. Ostia ha luoghi bellissimi, ma qualcuno li conosce? Come ci arrivi con i mezzi pubblici? Abbiamo acquedotti e angoli stupendi nelle periferie, abbandonati, nessuno fa rete. I turisti sono lasciati nelle mani di gente che ne fa mercimonio. Il Patto per Roma tocca anche questi argomenti, è l'idea di un sistema che valorizza le periferie. Torno all'esempio di Ostia: se si cura il sito, si apre con orari certi, si crea un bus navetta che porta la gente dal centro agli scavi e si fa un po' di pubblicità, vedrai come arrivano i turisti. E magari tornano pure”.