In data odierna, 12 maggio 2014, si è svolto presso la Regione dell'Umbria l'incontro sulla vertenza Ast ThyssenKrupp, tra le istituzioni - la presidente della Regione Catiuscia Marini, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e Feliciano Polli, presidente della Provincia di Terni – e i sindacati, confederali e di categoria.

Nel corso dell'incontro la Cgil e la Fiom hanno ribadito le forti preoccupazioni rispetto agli sviluppi della vertenza, in primo luogo per l'assenza di un confronto con il management tedesco che, attraverso un “lavoro clandestino”, impedisce nei fatti di conoscere le linee del piano industriale della multinazionale.

Al momento, l'unico punto fermo è l'uscita nei prossimi anni di ThyssenKrupp dal settore degli acciai speciali, una decisione che naturalmente crea ulteriore apprensione rispetto alle prospettive per il sito umbro.

Cgil e Fiom hanno ulteriormente ribadito che la difesa e il rilancio di Ast possono essere garantite solo attraverso alcuni punti fermi: unitarietà e ruolo strategico delle società controllate (tra le quali Società delle Fucine con i suoi 220 dipendenti); investimenti per potenziare le produzioni e migliorare la qualità di processo, di prodotto, del lavoro e dell'ambiente; la garanzia, attraverso politiche commerciali, di una produzione di acciaio fuso che vada oltre 1,3 milioni di tonnellate.

Volumi che, per Cgil e Fiom "sono fondamentali, dato che scendendo sotto questa soglia, si arriverebbe inevitabilmente ad un depotenziamento del sito ternano e ad una forte riduzione di organici. E ben poco potrebbe incidere il fattore costo del lavoro (che rappresenta all'incirca il 4% del costo complessivo) – sottolineano ancora Cgil e Fiom – sul quale invece continua ad insistere la direzione aziendale, chiedendo ulteriori sacrifici ai lavoratori di Ast e dell'indotto e prefigurando un assetto complessivo indebolito rispetto alle capacità produttive del sito".

A questo punto, secondo il sindacato, "diventa fondamentale avviare un confronto preventivo alla presentazione del piano industriale, per incidere positivamente sulle scelte della multinazionale e determinare una strategia che possa garantire prospettive internazionali al sito industriale ternano, non relegandolo al solo mercato interno".

"Dall'incontro odierno in Regione sono emersi infine due appelli, condivisi da istituzioni e sindacato. Il primo è rivolto a Palazzo Chigi: una richiesta formale di apertura di una tavolo, ai massimi livelli istituzionali, con la presidenza del consiglio, per ricondurre la vertenza Ast al centro della questione siderurgica che il paese deve necessariamente affrontare. Il secondo è invece rivolto alla Commissione Europa, che non può ritenere esauriti i suoi compiti dopo la riacquisizione dell'impianto ternano da parte di ThyssenKrupp".