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La mobilitazione all'Ast di Terni continua con lo sciopero cominciato 12 giorni fa che va avanti, ma anche attraverso nuove iniziative. Come la trasferta organizzata per martedì a Bruxelles, dove una delegazione terrà un sit-in. È il responso dell'assemblea che si è tenuta ieri (domenica) davanti ai cancelli di viale Brin cui hanno partecipato almeno un migliaio di lavoratori, alcuni con famiglie al seguito.
Confronto durante il quale è stato annunciato, appunto, che la vertenza arriverà a Bruxelles. Domani partiranno tre pullman, organizzati dalle sigle di categoria. A Bruxelles martedì mattina si terrà un sit-in davanti alla sede degli organismi europei e la delegazione incontrerà alcuni parlamentari italiani. Con la speranza di essere ricevuti da qualche rappresentante dell'Unione, della Commissione industria o dell'antitrust.
Nessuna incertezza in fabbrica sulla proposta di rimanere con le braccia incrociate almeno fino a giovedì, giorno in cui è stato riconvocato il tavolo al ministero dello Sviluppo economico tra sindacati e azienda sul piano industriale. Per l'occasione è stato convocato anche un nuovo presidio davanti al ministero.
Il piano originario dell'Ast prevedeva risparmi per circa 100 milioni di euro l'anno con 550 esuberi, ma dopo la mediazione del governo e del ministro Guidi il gruppo si è detto disponibile a "irrobustire" il progetto per scendere a 290. La questione se proseguire o meno la protesta non è stata nemmeno votata dai dipendenti dell'acciaieria: dagli interventi e dagli applausi è emerso subito chiaramente che la maggioranza voleva proseguire, tanto più dopo l'annuncio dell'Ast che gli stipendi di ottobre verranno pagati solo dopo che lo sciopero verrà interrotto e l'attività ripresa.
"Il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione, così come lo sciopero", ha detto uno degli operai più applauditi. Il quale ha poi aggiunto che "se giovedì non ci saranno risposte, volenti o nolenti, si alzerà il livello della protesta". "La dignità - ha proseguito - non si vende, con noi non si gioca più".
"Il 'lodo Guidi' non diventi improvvisamente accettabile" ha ammonito un altro operaio riferendosi alla proposta di accordo tra le parti fatta dal Governo e raccogliendo consensi. "Deve contenere - ha detto - qualcosa di più". Su questo punto i sindacati hanno annunciato che l'eventuale proposta del ministro verrà sottoposta a un referendum tra i lavoratori. Fischi, invece, accompagnati da qualche momento di tensione, per chi, proponeva di "rimodulare la protesta".