Il bilancio degli scontri è di diversi feriti, tra i quali alcuni dirigenti sindacali finiti in ospedale per farsi medicare: Gianni Venturi della Fiom nazionale e Cristiano Costanzi, segretario della Fillea Cgil di Terni, per lui 20 punti di sutura (qui l'intervista in cui racconta com'è andata). È l'esito della carica della polizia ai danni dei lavoratori Ast e dei sindacalisti impegnati a Roma nel presidio in difesa delle acciaierie ternane sotto l'ambasciata tedesca. I lavoratori, insoddisfatti dell'esito dell'incontro con l'ambasciata, che non ha preso alcun impegno preciso, avevano deciso si spostarsi sotto il ministero dove in mattinata era in corso un incontro sulla vertenza (LE FOTO).


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Ma fatti pochi metri la polizia ha sbarrato il passo ed è partita una pesantissima carica. Manganellate hanno raggiunto diversi lavoratori e rappresentanti sindacali che erano in prima fila, con anche dirigenti nazionali, tra i quali Maurzio Landini e parlamentari (Airaudo). A riportare la conseguenze più serie è stato Gianni Venturi, responsabile della Fiom Nazionale per la siderurgia, che, evidentemente colpito alla testa, si è accasciato a terra in visibile stato di sofferenza ed è stato in seguito portato via da un'ambulanza. E' stato ferito anche Rosario Rappa della Fiom.
Ecco la testimonianza di un operaio: “Eravamo davanti all'ambasciata, i poliziotti pensavano che volessimo entrare. Hanno iniziato a manganellare ovunque, non sappiamo quantificare il numero dei feriti, non hanno guardato in faccia a nessuno. Abbiamo visto alcune persone con sangue alla testa, non si è capito più nulla. Noi non abbiamo mai fatto nulla di violento, bastava che dicessero di fermarci. Stiamo perdendo il lavoro, non siamo delinquenti", conclude.

Dopo le cariche, gli operai, con in testa il leader della Fiom Maurizio Landini, si sono diretti in corteo verso il ministero dello Sviluppo economico dove intorno alle 14 una delegazione è stata ricevuta dai rappresentanti del governo. I lavoratori hanno continuato a urlare il loro slogan "L'operaio non si tocca" in un clima ancora teso, ma molto più calmo rispetto a quanto accaduto a piazza Indipendenza qualche minuto prima.
Davanti al ministero a quel punto si è formato, quasi senza volerlo, uno spaccato della crisi industriale italiana. Insieme agli operai della Ast, infatti, si sono ritrovati quelli della Trw (Livorno) e della Jabil (Caserta), giunti a Roma per gli stessi motivi: difendere il posto di lavoro. In migliaia si sono applauditi a vicenda solidarizzando gli uni con gli altri.

Al termine dell'incontro il governo ha promesso un intervento sul piano industriale della Ast e un impegno per le ditte terze, annunciando che a breve riconvocherà i sindacati per fare il punto. Una promessa che però non basta ai lavoratori umbri, secondo cui il tempo degli annunci è finito e ora servono atti concreti.

“Non ci sono certezze e garanzie per lo stabilimento ternano”, ha riferito Claudio Cipolla (Fiom Terni) dopo il vertice con il ministro dello Sviluppo Federica Guidi. A Terni, dunque, la mobilitazione va avanti con lo sciopero a oltranza e i presidi permanenti ai cancelli di viale Brin, al Comune e alla Prefettura.

(ultimo aggiornamento ore 18.29)