Nome: Assunta Buonavolontà
Età: 25 anni
Residenza: Salina di Calabria
Domicilio: Roma Nomentana
Ambizioni professionali: aspirante attrice
Segni particolari: in cerca di occupazione


Premessa: La laureata

Mi chiamo Assunta Buonavolontà, e sono destinata a un futuro di gloria! D’altronde cos’altro potevo aspettarmi, con un nome così? Lo dicevano i latini che nomen omen, il destino è nel nome, lo diceva Dante nella Divina Commedia che “nomina sunt consequentia rerum”, imnomi sono conseguenza delle cose. E lo ha detto anche il presidente di commissione quando nel proclamarmi dottoressa in Editoria e giornalismo con lode esclamò:- dottoressa Buonavolontà, chiaramente destinata al successo, perché si sa il merito e l’impegno pagano sempre! Ah, si?

Ora che ci penso, lo esclamò anche la mia nonna materna quando, tenendomi tra le braccia appena nata, pensò che nonostante suo genero non le fosse mai piaciuto, il nome di lei, donna pia e devotissima a San Rocco, non suonasse affatto male accanto al cognome di lui, socialista e mangiapreti da generazioni! Insomma, piacere, Assunta Buonavolontà, un nome una garanzia! Io, poi, mi sono appena laureata con il massimo dei voti, quindi non devo preoccuparmi proprio di niente. D’altronde, chi si preoccuperebbe con un curriculum come il mio? Istruzione e formazione: Prima della classe ad elementari e medie inferiori; diploma di maturità scientifica, 100 centesimi; laurea di primo livello in Scienze e tecnologie della comunicazione, 110su110e lode; laurea magistralis cum laude in Editoria e giornalismo; esperienza di studio all’estero; diploma di recitazione presso la Libera Accademia dello spettacolo. Competenze linguistiche: Parlo fluentemente francese, inglese e spagnolo. Mastico l’albanese. Rudimenti di arabo.

In quanto alle cose che so fare, poi, non mi batte nessuno! Ho ottime capacità e competenze tecniche, perché conosco ed uso strumenti di produttività integrati e applicativi per la progettazione e gestione di file multimediali. Capacità e competenze relazionali, organizzative ed artistiche molto, molto sviluppate! Insomma, sono in una botte di ferro, non ho nulla da temere per il mio radioso futuro!

Ma allora cos’è questa strana sensazione, questo strano umore che si insinua tra le pieghe del mio stomaco come un sassolino nella scarpa, e che mi pungola l’orecchio sin dal giorno della mia laurea? Sarà forse che proprio quel giorno, appena proclamata dottoressa, tra l’orgoglio dei miei, gli abbracci degli amici, lo spumante, i cori, i confetti rossi, la corona di alloro. Sarà che in tutto quell’entusiasmo, nel momento culminante della foto di gruppo io non sorrido più, perché il mio sguardo cade all’improvviso, e malauguratamente, su un pezzo delle mura che circondano il cortile della facoltà. E lì, proprio dietro a mio fratello che sta per scattare la foto,
mentre gli altri esclamano “auguri!”, io leggo una scritta che non ho più  dimenticato: la laurea, come il matrimonio, è il giorno più felice della nostra vita. Proprio per questo, il giorno dopo, la vita comincia a  peggiorare.

1° Puntata: un curriculum lungo una vita

Caro diario, è vero, è sempre dura cominciare. Ma come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Così, dopo aver passato una serie di notti in bianco a fissare il soffitto, ho deciso di prendere in mano la situazione. A partire dal mio curriculum.

Quante battute sono necessarie per raccontare una vita? Da un paio di giorni mi aggiro per casa interrogandomi sulla questione. Quanto spazio occorre per raccontare tutti gli anni vissuti? No, non voglio scrivere le mie memorie, troppo giovane per il momento. Ho deciso di cimentarmi nella stesura del mio curriculum vitae (già la parola incute un po’ di soggezione). Innanzitutto perché è latino, quella lingua morta con cui al liceo fustigano le tue capacità mnemoniche, perché pare renda elastico il cervello. Curriculum, una parola che sembra tendente all’infinito. Vitae, della vita. Ma io mi chiedo: da dove comincio a raccontare tutta la mia esistenza? Sì,sì, esistono dei criteri di selezione, ma come faccio ad essere sicura che siano quelli adatti per me? Ok, sono universali, o quanto meno di formato europeo. Ma magari le domande fossero semplici come quelle della trasmissione televisiva, quella che ti beccano in discoteca, e mentre balli con gli occhi da miciona (se sei donna) o da pesce lesso (se sei uomo). Qui, nel curriculum, devi raccontare in tre minuti chi sei:

- Nome?
- Assunta!
- Età?
- 25 anni!
- Credi nell’amore eterno?
- …

Mi sa che con il curriculum vitae non funziona così. Comunque da qualche parte si dovrà pur cominciare. Quindi, cominciamo.

Dunque, nome e cognome: Assunta Buonavolontà, nata il 25 agosto 1984, residente in via… telefono…..nazionalità italiana (per fortuna o purtroppo).
Istruzione e formazione: Elementari, medie inferiori e superiori completate con grande successo e il massimo dei voti; 110 e lode alla laurea triennale. Sfiorato il bacio accademico alla specialistica (il presidente di commissione doveva spostare la macchina in doppia fila proprio nel momento della mia proclamazione). Vincitrice di borsa di studio presso l’Université de Louvain La Neuve, Belgio. Prima classificata nelle selezioni per il rinomato progetto di scambio europeo Marcus Porcius.
Esperienze lavorative: Dunque, ah certo! Una decina di stage, qualche occasione di lavoro nero, un paio di collaborazioni nel no profit. No, nessuna esperienza lavorativa legalmente riconosciuta.
Madrelingua: italiano
Altre lingue: inglese e francese scritto e parlato. Spagnolo da ascolto.
Capacità e competenze tecniche: non mi posso lamentare, conosco ed uso strumenti di produttività individuali integrati e strumenti ed applicazioni per la fruizione di servizi su reti ed in particolar modo sulla rete Internet. Insomma, uso word e so navigare.
Capacità relazionali e organizzative: a scuola ero sempre referente nei lavori di gruppo (e organizzavo delle sedute collettive niente male dal tema: come copiare ai compiti in classe senza farsi sgamare). Poi c’è stato l’educatrice all’oratorio, il volontariato alla mensa dei poveri, il servizio civile, ah, lo scoutismo. Insomma, ho maturato una buona capacità di stringere e intrattenere relazioni.
(Uh, fatto, finito, mi pare).
Patente B Ai sensi della legge 675/96, sulla “tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”, autorizzo al trattamento dei miei dati personali.


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