Arval (Scandicci, 500 addetti circa) nei giorni scorsi ha sospeso in attesa di licenziamento una lavoratrice, part time, madre di due figli, in quanto “esubero” nella riorganizzazione di un reparto. Unica alternativa, per lei, trasferirsi a Milano: stupisce che una azienda grande come Arval non trovi un ricollocamento nel territorio, nonostante rapporti sindacali decennali e un integrativo che tutela le lavoratrici madri.

Ieri, 18 novembre, l'assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori ha condannato duramente la decisione dell'azienda, confermata anche dopo le dure prese di posizione della Rsu e dei sindacati. La Rsu nell’occasione ha proclamato lo stato di agitazione col blocco immediato degli straordinari, mettendo in campo tutte le iniziative sindacali atte a far tornare indietro l'azienda su questa decisione, considerata assurda da Rsu e sindacati. 

E stamani si è svolto uno sciopero (alta adesione) di due ore con presidio davanti alla sede Arval di Scandicci. "Si è trattato del primo sciopero in questa azienda - spiega Chiara Liberati della Filcams Cgil di Firenze - C’erano tanti colleghi e colleghe della lavoratrice in questione, vedere questa massiccia solidarietà è importante e non banale. Se queste sono le modalità che usa l’azienda, fanno preoccupare i lavoratori e le lavoratrici che ora si chiedono chi sarà il prossimo o la prossima".