“Ci auguriamo che le proposte di legge in tema di licenziamenti illegittimi, che riprendono quanto contenuto sul tema nella ‘Carta dei diritti universali del lavoro’, possano essere discusse presto in aula”. Così la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, in merito alle proposte presentate quest’oggi da Mdp e Si.

“Abbiamo criticato la disciplina prevista dal decreto legislativo n. 23 del 2015, sin dalla sua definizione, contestandone sia i presupposti sia la legittimità costituzionale. L’articolo 18 – sottolinea la dirigente sindacale – era ritenuto un ostacolo alla crescita dimensionale delle imprese, ma la sua eliminazione non ha determinato alcun effetto in questo senso, così come non ha prodotto un aumento dell’occupazione. Ad essere certa e acclarata, invece, è la grave penalizzazione per i lavoratori, che vedono ridursi le possibilità di tutela e di libertà sul luogo di lavoro, come dimostra la crescita dei licenziamenti”.

“Nonostante la non ammissibilità del nostro quesito referendario, abbiamo continuato a contrastare la normativa, sia attraverso il reclamo alla Corte europea per la violazione dell’articolo 24 della Carta sociale europea sia intervenendo nei singoli casi, come con la vertenza da noi promossa per il licenziamento illegittimo con contratto a tutele crescenti e arrivata a luglio al tribunale di Roma, che ha poi sollevato la questione di costituzionalità e rinviato alla Corte Costituzionale”, aggiunge l'esponente Cgil.

“È necessario, quindi, rimettere mano alle norme sul licenziamento illegittimo, ripristinando la reintegra, modificando il regime dei licenziamenti collettivi e garantendo la giusta tutela processuale. Ciò significa ricostruire un sistema di giusto equilibrio fra poteri diversi, riconsegnando diritti e dignità al lavoro, dopo anni di politiche sbagliate”, conclude la sindacalista.