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Nuova fumata nera nel confronto tra Alitalia e i sindacati sui 2.251 esuberi, previsti dal piano industriale presentato da Etihad. L'incontro che si è svolto nel pomeriggio di ieri (18 giugno) tra azienda e le delegazioni di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil trasporti e Ugl non ha fatto altro, infatti, che rimarcare la contrapposizione tra le parti con la compagnia che conferma il numero di eccedenze di personale e i sindacati che respingono questa richiesta.
Il numero complessivo di 2.251 esuberi previsti comprende 787 lavoratori in cassa integrazione a zero ore fino al 2015, 1.084 lavoratori di terra e 380 naviganti, di cui 122 piloti e 258 assistenti di volo. La fuoriuscita di questi lavoratori consentirebbe di arrivare all'organico di 11.470 come chiede la compagnia araba Etihad.
“L’azienda ha confermato i numeri conosciuti, dettagliandoli categoria per categoria e per noi sono inaccettabili”, ha ribadito al temine dell’incontro con Alitalia, Mauro Rossi della Filt-Cgil, spiegando che “il confronto va avanti e si tratta di capire, analizzando approfonditamente il piano, da cosa scaturiscono questi esuberi. Ma se una compagnia - ha evidenziato Rossi - intende mettere in campo 570 milioni di investimenti, non può avere la necessità di mettere per strada 2.251 lavoratori. Gli esuberi – ha concluso Rossi - rimangono comunque inaccettabili anche se l’azienda dovesse ridurne il numero. Non accettiamo sconti - ha detto infine Rossi - ed ora noi e l’azienda siamo due poli contrapposti, polo Sud e polo Nord”.
Intanto sui giornali di oggi si fa il nome di Luca Cordero di Montezemolo come possibile nuovo presidente della compagnia aerea. A pesare sarebbero i legami con gli emiri di Abu Dhabi che vedono in Montezemolo una figura di garanzia.