Ore 5.30: una delegazione Cgil è nella piazza di Alcamo (Trapani) per constatare come vengono reclutati i lavoratori migranti per la vendemmia. “Caporali”, ma anche “caporalesse”, con le loro macchine si accostano in corso 6 Aprile, o agli angoli bui della villetta di piazza Pittore Renda, e intavolano una trattativa col singolo lavoratore. Un vero “mercato delle braccia”, in cui se uno è fortunato viene preso e lavora in nero, altrimenti resta seduto a terra appoggiato allo zaino. E in tanti restano “disoccupati”. Alle 6,30 il reclutamento è già finito.

Continua il viaggio del sindacato di strada della Flai e della Cgil nelle campagne tra la provincia di Palermo e Trapani per la raccolta delle uve. Stamani (martedì 22 settembre) una delegazione Cgil di Palermo e Trapani si è recata nel territorio di Alcamo, in paese e lungo la strada del vino Alcamo Doc, che si addentra fino a Calatafimi, per parlare con i migranti impegnati nelle vigne e per distribuire materiale informativo multilingue (anche in arabo) sui diritti dei lavoratori e cappellini rossi col logo della Flai.
 

 

All’alba, ad aspettare in piccoli gruppi sparsi, centinaia di migranti senegalesi, nigeriani, ghanesi e del Gambia, marocchini e tunisini. “Abbiamo constatato come avviene la tratta delle braccia nella piazza di Alcamo e la differenza nell’impiego, tutto in nero, tra italiani e migranti” dichiara il segretario Cgil Palermo Enzo Campo: “Questi ultimi consegnano i loro documenti e nel caso di controlli devono dichiarare di essere in prova. Spesso si accontentano anche di 25-30 euro per otto, dieci ore di lavoro. La sera dormono nei centri di accoglienza, ma anche in macchina o a terra, sotto gli alberi della piazza”. Tutto questo, continua campo, avviene “nella totale assenza di controlli. Oggi abbiamo visto solo in lontananza una macchina dei carabinieri. Si tratta di una filiera povera, con piccoli proprietari di appezzamenti di terra che portano uva all’ammasso, il cui prezzo rimane misterioso. E c’è un vero scontro tra poveri per raccoglierla, tra maghrebini e lavoratori dell’Est”.

Fai Mustafà, 27 anni, è senegalese. “Sono un rifugiato politico, abito a Cagliari” spiega: “Ho saputo che qui c’era lavoro nelle campagne e sono venuto in Sicilia per la vendemmia. In genere guadagno 40 euro al giorno, per circa sette ore di lavoro, 5,70 euro l’ora. Ci chiedono i documenti, ma non per fare il contratto: dobbiamo dire che siamo in prova”. Samuel, 19 anni, è del Ghana: “Faccio il bracciante. Se abbiamo il padrone buono ci trattano bene, altrimenti ci trattano male. Lavoro anche dieci ore al giorno, ho il permesso di soggiorno. Al cibo e all’acqua dobbiamo pensare noi. La paga? Dipende da chi incontri: possiamo guadagnare da 25 euro a 40 euro per una giornata”. Concludiamo con Amìd, 39 anni, tunisino: “Ci mettono in regola? Alcuni datori di lavoro, se lo chiediamo, ci rispondono che ci danno la paga, ma che 15 euro li dobbiamo sottrarre per versare noi i contributi. Sono qui dal 1992. Raccolgo uva, olive, pomodori, lavoro anche nelle case in paese. Le cose non cambieranno mai, ci considereranno sempre come gente di colore”.

Nella quasi totalità è lavoro nero, aggiunge il segretario Flai Cgil Palermo Tonino Russo. “Nessun datore di lavoro – spiega – usa i voucher. Chi chiede di essere messo in regola, per usufruire di assegni familiari e disoccupazione, deve pagare 15 euro, sottraendoli alla paga per i contributi. In giro per le campagne c’è bisogno di maggiori controlli. Sollecitiamo tutti gli enti, Inps, Inail, carabinieri e finanza: dovrebbero unire le loro forze in un coordinamento”. E al governo regionale, continua Russo, “chiediamo una legge per il reclutamento che preveda liste di prenotazione negli uffici del pubblico impiego, per porre un freno al caporalato e al reclutamento in piazza”.

Della delegazione, composta da una dozzina di persone, hanno fatto parte anche il segretario della Cgil Trapani Filippo Cutrone, la segretaria della Flai Cgil Trapani Giacometta Giacalone, il nuovo responsabile del Coordinamento migranti della Cgil Palermo Bijou Nzirirane (che ha svolto anche il ruolo di interprete) e un gruppo di rappresentanti sindacali della Flai.