La scorsa settimana la giunta regionale dell’Umbria ha varato il disciplinare per l’accreditamento dei soggetti privati ai servizi per il lavoro. “La Cgil si è espressa in modo piuttosto critico su alcuni passaggi del disciplinare – affermano Giuliana Renelli, segretaria regionale Cgil, e Fabrizio Fratini, segretario generale della Fp Cgil Umbria - ma soprattutto avremmo voluto, e abbiamo chiesto, che la Regione operasse alcune scelte di qualità, in perfetta coerenza con il principio di sussidiarietà”.
“Niente di tutto ciò – osservano Renelli e Fratini - Si è scelto di non scegliere. A questo punto ci chiediamo il perché di tanta fretta nel voler approvare il disciplinare e soprattutto perché doverne fare uno regionale quando poi si è proceduto seguendo pedissequamente le norme nazionali”.
Secondo la Cgil, la platea dei soggetti che possono accedere all’accreditamento è folta, mentre la soglia di “solidità economica” richiesta è molto bassa. “Nulla sappiamo invece – insistono i due segretari - di come i Centri per l’Impiego pubblici saranno riorganizzati per poter far fronte alla nuova fase che li aspetta, e soprattutto ignoriamo se la Regione ha intenzione e interesse a potenziarli con risorse umane ed economiche certe”.
“Ma su questo versante – sottolineano dalla Cgil - pare invece non esserci alcuna fretta”. “In realtà il tempo stringe – concludono Renelli e Fratini - e pertanto ricordiamo agli assessori Bartolini e Paparelli che siamo in attesa di un incontro, richiesto unitariamente dalle categorie del lavoro pubblico. Di fronte al perdurare di questo silenzio siamo pronti a dare battaglia per difendere i presidi pubblici, garanzia di trasparenza e legalità”.