Un centinaio di lavoratori Rai è in presidio davanti alla sede centrale di viale Mazzini contro le decisioni dell'azienda che colpiranno soprattutto i dipendenti. “A Lei gli aumenti, a noi i tagli” è uno degli slogan del sit-in convocato da tutti i sindacati (tra cui le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil, Snater e coordinamento indipendente lavoratori Rai).

Entro il fine settimana, infatti, potrebbe arrivare il nuovo piano industriale o, come è stato definito dalla dirigenza che si riunisce in queste ore, piano di risanamento. “Temiano nuovi tagli e riduzioni di personale, ad esempio l'esternalizzazione di RaiWay”, spiega Bruno Tessori, del coordimento lavoratori Rai.

“È vero, soldi non ce ne sono più, ma è perché quelli che c'erano sono stati usati male. Basterebbe citare il Tg1 che perde colpi, si sitma circa 300mila euro a sera, tutte cose apparse sui giornali e mai smentite”. O il caso Santoro. “Una delle voci non confermate – afferma ancora Tessori – è che al suo posto arriverà Giuliano Ferrara. Se ne comincia a parlare, forse perché c'è una campagna elettorale in vista. E intanto la nuova presidente Lorenza Lei si è pure aumentata lo stipendio”.

Per questi motivi, spiega Tessori, “non è giusto tagliare su di noi, dopo che già ci è stato tolto il premio di risultato. Spingiamo per una 'Rai bene comune', per un referendum che abroghi legge Gasparri e per una legge d'iniziativa popolare che tiri fuori i partiti”. (m.m.)