Il 12 ottobre gli studenti e le studentesse scenderanno in piazza in tutta Italia per rivendicare più investimenti sulla scuola e sul futuro del Paese. “Le risorse per la scuola sono ancora le grandi assenti del dibattito pubblico. La messa in sicurezza degli edifici scolastici, un ripensamento globale dell’alternanza scuola-lavoro così come pensata dalla ‘Buona scuola’, gli investimenti per il diritto allo studio non sembrano essere tra le priorità del governo. Ancora una volta mancano risposte organiche alle carenze strutturali del sistema istruzione e, come denunciato dalle organizzazioni studentesche, il Miur sceglie di non praticare il confronto con coloro che rivendicano una partecipazione democratica alle decisioni che riguardano il proprio futuro”, sostiene la Flc in una nota. Il sindacato della conoscenza Cgil, che “da sempre sostiene il dialogo e il confronto costruttivo, continuerà ad ascoltare le rivendicazioni degli studenti. Invece, è compito del dicastero dell’Istruzione, università e ricerca dimostrare di saper praticare i valori della comunità educante, che, a partire dalle scuole dell'infanzia, rappresenta la modalità di relazione quotidiana tra i lavoratori della conoscenza e le giovani generazioni”.

“Chi ha paura di cambiare? Ce lo chiediamo ormai da qualche mese, da quando si è insediato il cosiddetto governo del cambiamento”, afferma il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi Giammarco Manfreda: “Noi vediamo solo tanta propaganda, tanta violenza nelle parole, la strumentalità di chi chiama cento milioni di tagli sulla scuola ‘risparmi’ perché non ha nessuna intenzione di investire su ciò che realmente genera cambiamento: l’istruzione. Ogni anno più di 150 mila studenti lasciano le scuole, trascinati dai costi folli dell’istruzione e da una didattica che lascia indietro gli ultimi, fatta di lezioni frontali, spazi inadeguati e bocciature. Finché non invertiremo questa tendenza continueremo a scendere in piazza”.

“Sul fronte universitario assistiamo solo a slogan e parole vuote – spiega Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari –, ancora una volta non si prevede una netta inversione di rotta sul finanziamento del sistema universitario, dal Ffo al fondo integrativo statale per le borse di studio, mentre osserviamo i diversi ministri esprimersi confusamente su una ipotetica revisione del sistema di accesso a numero chiuso e programmato all'università nel silenzio assordante del Miur. Siamo stanchi di essere relegati ai margini di una politica che vuole parlare per noi, ma non ci ascolta e ci dimentica finite le passerelle elettorali. Siamo pronti a intraprendere un lungo percorso mobilitativo a partire dalle piazze di domani in tutto il paese”.