Le associazioni operaie della fine dell’Ottocento, i primi conflitti di piazza di contadini e mondine, il sindacato e il fascismo, la rinascita di Cgil, Cisl e Uil, le lotte nelle fabbriche degli anni Cinquanta, e così via. In una parola, la storia del sindacato, un patrimonio immenso, fatto di foto, documenti, video, che oggi è possibile consultare con un semplice clic, grazie al lavoro portato avanti dall’Archivio storico nazionale della Cgil. Questo è l’oggetto dell’ultima puntata di ‘Quadrato rosso, la formazione va in rete’, la trasmissione di RadioArticolo1, e di ‘Conoscenza&organizzazione’, la rubrica di Rassegna sindacale.it.

“Ci siamo dati una mission – spiega la responsabile, Ilaria Romeo –, che è quella di far conoscere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, le origini del sindacato. Lo facciamo con tutti i mezzi a nostra disposizione, social network compresi. Dello sterminato materiale a disposizione, stiamo via via procedendo alla digitalizzazione. L’accesso è libero, senza password, proprio per mettere a disposizione di tutti la documentazione alla base della nostra storia, di cui andiamo assolutamente fieri”.

“In un arco di tempo che va dal 1957 all’86 – continua Romeo –, abbiamo trovato 17 fascicoli dedicati alla formazione, con centinaia di foto e decine di video, oltre a 197 circolari confederali. In particolare, abbiamo recuperato e sono già in rete una serie di vecchie lezioni realizzate un paio di decenni orsono, dedicate alla storia dell’organizzazione sindacale, dove uno dei temi cardine è la contrattazione”.

“Si tratta di documenti che possono apparire datati e obsoleti, ma in realtà sono più attuali che mai – osserva Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil –: certo, vanno letti e interpretati, in quanto parlano di cos’è il sindacato, di com’è nato e si è sviluppato nel corso del tempo. Tutte cose che fanno parte della famosa cassetta degli attrezzi che ogni buon dirigente sindacale dovrebbe avere. Anche su un tema come la contrattazione, dove è cambiato tutto, dal contesto ai contenuti, agli interlocutori, ma l’approccio pedagogico e i valori di fondo sono ancora gli stessi”.

“Le lezioni orali, realizzate in Vhs a partire dal 1989 – aggiunge Pelucchi –, che la Cgil diffondeva e che potevano essere replicate ovunque, un’altra era geologica rispetto ai mezzi tecnologici in voga oggi, erano strumenti assai innovativi per quell’epoca, perché mettevano assieme parole e immagini, una scelta che possiamo dire si è rivelata corretta e giusta dal lato della comunicazione”. 

In tal modo, è possibile ascoltare on line la voce dello storico Giancarlo Cocteau, docente dell’università di Torino, che parla delle prime società di mutuo soccorso e dello Statuto albertino del 1848. Oppure Vittorio Foa, che ricorda qual era il ruolo del sindacato fascista, un’organizzazione rigida e centralizzata che non aveva contatti con i lavoratori, ma che doveva assicurare al Regime la disciplina sociale. O, ancora, Aris Accornero, che ripercorre le tappe che portarono nel 1944 al Patto di Roma, che segnò la rinascita del sindacalismo confederale unitario, con forti basi solidaristico-territoriali.

Di contrattazione collettiva si occupa il professor Luigi Mariucci, che fa parte della Consulta giuridica della Cgil (il cui archivio è stato anch’esso digitalizzato e messo a disposizione di tutti), nonché uno degli esponenti del pool di giuristi che ha elaborato la Carta dei diritti universali del lavoro della confederazione. “Il presupposto della contrattazione collettiva è l’esistenza di un ccnl – argomenta il giurista –. Se il lavoratore non ha forza contrattuale, è soggetto al potere esercitato dal datore di lavoro. Per questo, i lavoratori si organizzano, si associano in organizzazioni sindacali, fanno sciopero, con lo scopo di fare un contratto collettivo per superare il rapporto di forza sfavorevole sul piano individuale”.

“Insomma, ci sono manìe moderniste, ma il conflitto d’interessi tra imprese e lavoratori permane tuttora immutato – conclude Pelucchi –, e ascoltando parole come queste, sembra di sentire l’ultimo comizio di Susanna Camusso, tanto sono contemporanee ai giorni nostri. Ed è bene che, grazie all’Archivio della Cgil, oggi possano essere fruibili alla collettività”.