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Bagno di folla per il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che in questi due giorni, ieri 29 maggio e oggi, 30 maggio, fa tappa in Calabria, tra Villapiana, Cosenza e Catanzaro, per sostenere i cinque referendum. Nella serata appena trascorsa grande comizio a Cosenza, in una piazza gremita che ha ascoltato dalle parole di Landini l’appello alla partecipazione con un messaggio forte e chiaro: “Il modello economico fondato sul massimo ribasso va superato. Il lavoro non può più essere precarietà, sfruttamento e morte”.
Villapiana: Il cantiere che funziona
La prima tappa è stata il cantiere del terzo megalotto della Statale 106 a Villapiana. Qui Landini ha voluto sottolineare, parlando con i lavoratori, che “quando si lavora bene, rispettando tempi, sicurezza e diritti, si costruiscono opere migliori. È la dimostrazione che si può fare impresa senza mettere a rischio la vita delle persone”. Un messaggio ancora più forte alla luce dell’ennesima morte sul lavoro registrata proprio in Calabria: un operaio ha perso la vita mentre lavorava per conto dell’Anas in subappalto. “Non era in appalto, ma in subappalto. E questo fa tutta la differenza – ha denunciato Landini –. In questo sistema, il profitto vale più della vita. E il numero di morti sul lavoro cresce, nel silenzio generale”.
A Cosenza l’incontro in parrocchia
Nel pomeriggio, un momento simbolico e molto partecipato nella parrocchia di Sant’Aniello a Cosenza. Accanto a Landini, il vescovo monsignor Giovanni Checchinato, che ha esortato i cittadini al voto: “Non possiamo più dire ‘ormai’. Andiamo a votare per cambiare”. Landini, emozionato, ha ricordato le sue origini: “Frequentavo la parrocchia con mia madre e la sezione comunista con mio padre. Non ho paura delle differenze né del confronto. È questo il momento in cui dobbiamo tornare a parlare, a costruire, a decidere insieme”.
Il comizio in piazza Kennedy: “Giovani, donne, migranti, lavoratori poveri: tutti oggi vivono in una precarietà permanente. Noi vogliamo cambiare”
La giornata si è conclusa con un comizio in una affollatissima piazza Kennedy, dove Landini ha riassunto il senso della mobilitazione nazionale: “I referendum non sono un atto politico di parte, ma una battaglia per ridare diritti a chi non ne ha. Giovani, donne, migranti, lavoratori poveri: tutti oggi vivono in una precarietà permanente. Noi vogliamo cambiare le leggi che hanno prodotto tutto questo”.
“Vogliamo far contare di nuovo le persone – ha detto il segretario della Cgil –. Perché non sei libero se sei precario, non sei libero se non puoi curarti, non sei libero se non arrivi a fine mese. Il nostro compito è restituire dignità alla democrazia. E si parte dal lavoro”.