Con il sì ai cinque quesiti referendari “oltre a tutti i giovani che verranno assunti in futuro, tre milioni e cinquecentomila dipendenti delle aziende al di sopra dei 15 dipendenti otterrebbero il diritto al reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo”. Lo sottolinea il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in un'intervista al Quotidiano Nazionale.

“Si tratta di un grande cambiamento che rimetterebbe al centro il valore del lavoro, costringendo tutta la politica a fare finalmente i conti con chi, per vivere, ha bisogno di lavorare”, aggiunge il leader del sindacato di Corso Italia.

“Dobbiamo dare un futuro ai giovani, anche a quelli che scappano dal nostro Paese perché stanchi di lavorare in condizioni di precarietà e con salari bassi”, sostiene. “Tre milioni e settecentomila dipendenti delle piccole aziende otterrebbero un incremento del risarcimento economico – precisa – sempre in caso del licenziamento illegittimo, quasi tre milioni di persone con contratti a termine potranno uscire dalla condizione di precarietà”.

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C’è fiducia sul raggiungimento del quorum. “Sì, siamo fiduciosi. L'attenzione che stiamo riscontrando in giro per l'Italia è crescente – sottolinea Landini –. È una sfida difficile anche a causa dell'oscuramento mediatico della televisione pubblica, ma siamo molto ottimisti”.

Ci sono stati diversi appelli all’astensione anche di altri leader sindacali o di alcuni esponenti dello stesso Pd. “Sono dispiaciuto di questo atteggiamento. Mi pare che non si comprenda fino in fondo quanto sia grave il crescente astensionismo nel Paese – conclude il segretario generale della Cgil –. Nel momento di maggiore crisi della nostra democrazia, la partecipazione al voto e l'impegno per incentivare l'affluenza dovrebbero costituire i necessari anticorpi alla stessa crisi”.

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