Il 2020 per la Campania è stato un anno difficile, in cui la pandemia ha soltanto infierito acuendo crisi già aperte e drammatiche: dalla Whirlpool di Napoli passando per la Jabil di Caserta e, negli ultimi giorni, la crisi della Meridbulloni di Castellammare di Stabia. La vertenza della sanità privata, la crisi della grande distribuzione organizzata, quelle del turismo e del commercio. Ha messo a dura prova il sistema sanitario pubblico, già affaticato da anni di mancate scelte e mancati investimenti sul personale.

E poi la scuola, già provata da carenze di organico ha dovuto fare i conti con la didattica a distanza che, soprattutto nelle aree interne della regione, ha scontato il gap della digitalizzazione inefficiente laddove assente. Il sindacato e la Cgil sono stati in campo, meglio in trincea, continuando ad assicurare la rappresentanza di lavoratori e lavoratrici difendendone i diritti e battendosi per maggiori tutele, a partire dalla sicurezza sui luoghi di lavoro. Tuttavia, il 2021 può rappresentare l’anno della rinascita: la grande sfida del Recovery Fund può gettare le basi per la ripartenza in diversi settori strategici per l’economia e lo sviluppo della Campania. 

Mattia Carpinelli, ufficio stampa Cgil Napoli e Campania