L’agenzia tripartita dell’Unione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, Eurofound, ha realizzato un’indagine Ue su come i cittadini vivono e lavorano nell’epoca della pandemia, considerando aspetti materiali e immateriali. La ricerca è avvenuta in due riprese, nel mese di aprile e in quello di luglio di quest’anno, per mettere confronto la situazione durante il confinamento e il momento in cui le restrizioni sono state alleggerite. I dati sono stati raccolti online, con metodologie diverse rispetto a quelle che l’istituto utilizza normalmente per monitorare le condizioni di vita e di lavoro in Europa, ricorrendo anche ai social media per raggiungere il più ampio numero possibile di risposte.

La ricerca riguarda la situazione occupazionale, l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa e il massiccio ricorso al lavoro a distanza durante la crisi da Covid 19, esaminando anche aspetti relativi alla qualità della vita e del lavoro, come livelli di soddisfazione, felicità, ottimismo, salute, fiducia nelle istituzioni. Nella seconda tornata, per poter valutare meglio il ricorso massiccio al lavoro e all’istruzione e alla formazione a distanza, sono stati aggiunti altri quesiti su qualità del lavoro, salute e sicurezza sul lavoro, istruzione e formazione da remoto, uso degli strumenti online e sostegni pubblici durante la chiusura.

Il risultato della prima fase di ricerca è stato caratterizzato dal forte stress emotivo e dalla preoccupazione economica e finanziaria, registrando bassi livelli di fiducia nelle istituzioni. Nella seconda ricerca, la fiducia nelle istituzioni è lievemente aumentata anche grazie all’intervento a sostegno del reddito attuato in alcuni paesi e al ruolo attivo giocato dall’Europa. Tuttavia, in tutta la ricerca emergono forti differenze tra paesi, dovute alle relative risposte implementate, nonché fra gruppi socio-economici, differenze che acutizzano le disuguaglianze.

In breve, si assiste a una lieve ripresa generale dopo il blocco, con aumenti dell'orario di lavoro e livelli inferiori di precarietà del lavoro in luglio rispetto ad aprile. Grandi disuguaglianze tra gruppi specifici nell'Unione. Nonostante le misure di sostegno introdotte rapidamente in molti paesi, ben oltre la metà dei disoccupati intervistati non ha ricevuto alcun sostegno finanziario ufficiale dallo scoppio del Covid-19, costringendo molti a fare molto affidamento sul sostegno informale.

I giovani e le donne sono i soggetti maggiormente colpiti, con livelli di benessere più bassi. I giovani si sentono esclusi dalla società e rimangono a maggior rischio di depressione, influenzati dalle restrizioni. Le donne continuano a subire un impatto sproporzionato e sono meno ottimiste sul futuro rispetto agli uomini, poiché la pandemia ha anche colpito pesantemente il loro equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, in termini di orario di lavoro ridotto e incremento del carico di responsabilità nel lavoro di cura, con maggior probabilità di perdere il lavoro rispetto agli uomini.

La fiducia nell'Ue è aumentata a luglio, mentre è diminuita la fiducia nei governi nazionali. L'incremento maggiore si è registrato in Italia e Spagna, duramente colpite dalla pandemia. La fiducia nei governi nazionali e nell'Unione è significativamente più alta tra quelli che hanno ricevuto sostegno finanziario durante la pandemia. Questo rapporto è un interessante strumento per valutare gli effetti della pandemia sulla vita delle persone, evidenziando le aree in cui è più necessario e urgente agire per garantire equità nei diritti alla protezione sociale.

Per scaricare il documento: https://www.eurofound.europa.eu/it/publications/report/2020/living-working-and-covid-19