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C’è una categoria che questo governo tratta come le zanzare a Ferragosto: i pensionati. Lollobrigida, in gran forma da cabaret aziendale, li ha liquidati così: “La Cgil è piena di anziani con tanto tempo per manifestare”. È bello vedere un ministro che crede di fare satira, peccato che la faccia su chi gli ha costruito il Paese. Dal suo trono agricolo, scambia la vita vera per una barzelletta e la piazza per una sagra di nostalgici con pancera e bandiera.
Per lui chi smette di produrre smette pure di contare. È il solito copione del male: se non generi profitto, generi fastidio. E così l’Italia si divide tra chi lavora per ingrassare i padroni e chi deve tacere per gratitudine. Ma quei pensionati “con tanto tempo a disposizione” sono gli stessi che hanno riempito i turni, masticato amaro e reinventato una vita. Hanno costruito i ponti dove oggi sfilano ministri in auto blu e ancora si scusano se disturbano.
Ecco perché li temono. Perché i pensionati non si comprano, non si ricattano, non si licenziano. Sono l’incubo dei governi che vivono di amnesie. Gente che ha visto tutto e se lo ricorda pure. Quando dicono “il Paese reale”, loro sanno dov’è, perché l’hanno montato bullone dopo bullone. E se oggi scendono in piazza, non è per sport ma per allergia alle bugie.
Lollobrigida parla con la sicurezza di chi crede che il Paese inizi al buffet e finisca al parcheggio riservato. Ma la realtà, fuori dal catering, è un po’ più ruvida: pensionati che contano le monete, nipoti che fanno i rider, famiglie che si spaccano per pagare l’affitto. Tutta gente che non si distrae con un brindisi. Gente che sa che la dignità non va in pensione.
E sì, ministro, i pensionati hanno tempo. Il tempo di ricordarsi chi siete, di fischiarvi con metodo, di votarvi contro con puntualità svizzera. Perché il bello dell’età è che non si ha più paura né di perdere il lavoro né la pazienza. E quando parleranno di nuovo, non useranno dossier ma megafoni. Perciò sciacquatevi la bocca e già che ci siete, anche la coscienza. L’alito del disprezzo si sente fin dal palco.






















