Le cronache recentissime raccontano l’ennesimo provvedimento del Tribunale di Milano che ha posto in amministrazione giudiziaria il brand della moda Loro Piana. Secondo i magistrati che hanno firmato il provvedimento, l’azienda sfruttava lavoratori e lavoratrici. E se torniamo indietro di qualche settimana sempre la cronaca ci racconta di provvedimenti analoghi nei settori della logistica e della grande distribuzione. E ancora i processi per infiltrazione della ‘ndragheta nel tessuto economico della Lombardia: insomma anche al Nord l’affermazione della legalità è un processo complicato e lungo.

La buona notizia

Ecco allora una notizia positiva: lo scorso 17 luglio è stato sottoscritto nella sede del Tribunale di Milano il Documento d’intesa per la gestione e lo sviluppo dei beni e delle aziende confiscati alla criminalità organizzata. Un protocollo che mette attorno a uno stesso tavolo Tribunale, Procura della Repubblica, Prefettura, Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, Regione Lombardia, Comune di Milano, ordini professionali dei commercialisti e degli avvocati, Abi, Arpa, rappresentanti delle imprese e delle cooperative, le parti sociali con le tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

Lo scopo dell’intesa

L’obiettivo è proprio quello di rafforzare l’efficacia degli interventi sui beni e sulle aziende confiscate. Occorre intervenire, questa la filosofia all’origine del documento, prima della confisca definitiva perché soprattutto le aziende rischiano un rapido deterioramento. Intervenire tempestivamente per tutelarle significa preservare occupazione, diritti e legalità. I soggetti firmatari si impegnano a operare in sinergia per garantire che il patrimonio sottratto alla criminalità venga restituito alla collettività, valorizzando la sua funzione sociale. Insomma la logica è quella del Ddl del Cnel: rafforzare tutti gli strumenti per consentire la restituzione alla collettività di quanto sottratto dalle mafie e dalle logiche criminali.

Il protagonismo di chi tutela lavoratrici e lavoratori

Il ruolo del sindacato è centrale per la tutela dei dipendenti delle aziende sequestrate e confiscate, e per il ripristino della legalità: “Spesso – afferma Angela Mondellini, segretaria Cgil Lombardia con delega alla legalità – ci troviamo di fronte a violazioni gravissime: mancato pagamento di salari e contributi, condizioni di lavoro fuori da ogni norma. Il nostro compito è tutelare il lavoro e i livelli occupazionali”.

“I beni confiscati possono e devono essere restituiti alla collettività – dichiara Valentina Cappelletti, segretaria generale Cgil Lombardia – e possono diventare nuove imprese con una vocazione sociale, creativa, rimettendo al centro il valore della persona. La Cgil sostiene pienamente questo processo da molti anni e continuerà a farlo, anche attraverso la formazione delle sindacaliste e dei sindacalisti che operano quotidianamente sul territorio”.