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Capita che la camorra s’infiltri anche negli ospedali, in Campania è successo e ci auguriamo non accada più. Capita che forze dell’ordine e magistrati arrestino i presunti colpevoli e li processino. Capita che la Cgil regionale e nazionale si costituisca parte civile. Capita che, alla fine del processo, il Tribunale di Napoli condanni gli imputati, oltre alla pena detentiva, anche a risarcire le parti civili ammesse, tra queste la Cgil.
Cgil Campania: “Scelta coerente e giusta”
“La scelta della Cgil Campania di costituirsi parte civile in molti casi che riguardano non solo gli infortuni mortali sul lavoro ma, come dimostra questa sentenza del Tribunale di Napoli del 18 giugno scorso, anche contro un sistema delinquenziale infiltratosi in alcuni settori cittadini, è una scelta coerente e giusta contro chi delinque”. A dirlo è il segretario generale Cgil Napoli e Campania Nicola Ricci, commentando la sentenza che infligge oltre 70 anni di carcere al clan Cimmino-Caiazzo.
Una storia criminale
La vicenda riguarda l’infiltrazione in alcuni ospedali partenopei, a partire dal Cardarelli, del clan malavitoso Cimmino-Caiazzo, che avrebbe intimidito e imposto estorsioni per aggiudicarsi appalti in alcuni nosocomi e, soprattutto, per la ristrutturazione del più grande ospedale del Mezzogiorno. Appalti, questa una delle parole chiave, che questo governo ha riaffidato alla logica del massimo ribasso e ai sub-appalti a cascata che intaccano diritti, salario e sicurezza di lavoratori e lavoratrici. Questa la ragione della decisione della Cgil di costituirsi come parte civile nel processo, per tutelare anche nelle aule giudiziarie lavoratrici e lavoratori che le infiltrazioni criminali nell’economia sana attaccano e penalizzano.
La tutela della salute
Le infiltrazioni criminali e l’attacco alla legalità sono sempre da scongiurare, ma quando riguardano la sanità sono doppiamente esecrabili. Non si violano solo le regole dell’economia, non si intaccano solo i diritti e le tutele di lavoratrici e lavoratori – e sarebbe già più che abbastanza – ma si mette a rischio la salute di cittadini e cittadine già fragili. Cosa accade se per rispondere alle logiche mafiose del massimo profitto i materiali utilizzati per la ristrutturazione di corsie e ambulatori sono scadenti?
“In attesa delle motivazioni – riprende Ricci – pensiamo in generale che chi lede e mette in pericolo il sistema stesso di legalità, trasparenza e libertà di persone e lavoratori che operano in un settore primario quale l'assistenza pubblica e socio-sanitaria, vada richiamato alle proprie responsabilità”.
Il valore della costituzione di parte civile
Sono molti in diverse regioni i processi nei quali la Cgil si è costituita parte civile. A spiegarne le ragioni è l’avvocato Massimo Di Celmo che segue in quei processi la Confederazione: “La nostra legittimità a costituirci parte civile sta nel fatto che quando le mafie s’infiltrano nell’economia ledono i diritti di lavoratori e lavoratrici e limitano, quando non l’annullano, l’agibilità sindacale prevista dalla Costituzione”. Dalle carte processuali del procedimento sugli ospedali napoletani risulta che gli imputati non solo determinavano gli appalti facendo “favori” ai colletti bianchi, ma si occupavano anche delle assunzioni del personale.
“Non ci presentiamo parte civile – aggiunge l’avvocato – nei processi di mafia quando i reati sono rapina o omicidio, ad esempio, ma quando l’agire criminoso intacca i diritti dei lavoratori e del sindacato”. La conclusione di Di Celmo è chiara: “La sentenza di Napoli è un successo sia per le condanne nei confronti dei camorristi sia per il riconoscimento, attraverso il risarcimento del danno, a sindacati e lavoratori”.
La sentenza
La sentenza del Tribunale di Napoli “condanna tutti gli imputati al risarcimento del danno subito dalla Asso vittime criminalità, da Sos imprese rete per la legalità, dalla Cgil nazionale, dalla Cgil Regione Campania, che si liquida, secondo una valutazione equitativa, in euro 10 mila in favore di ciascuna”. Il riconoscimento pieno delle ragioni della Confederazione: una sentenza simbolo dunque, che si assomma ad altre di questo tipo, affermando che l’illegalità lede gli interessi di lavoratori e lavoratrici e di chi li rappresenta.
Una responsabilità per il presente e il futuro
Risarcimento economico sì, ma questa sentenza “impone” una responsabilità in più all’organizzazione sindacale. Se ne fa carico il segretario generale della Campania che afferma: “La Cgil Campania sarà sempre al fianco della giustizia e della verità nel difendere gli interessi generali della collettività in una città come Napoli in cui è aperto lo scontro, insieme a tante associazioni e movimenti, contro i fenomeni delinquenziali, le minacce, le vessazioni. Non vedranno mai la Cgil girare la faccia o ritirarsi in questa difficile battaglia culturale in difesa della legalità”.