In queste ore, a seguito dell’emergenza Coronavirus, diverse aziende dell'Emilia Romagna, anche su indicazione delle associazioni di categoria, stanno richiedendo alle lavoratrici e ai lavoratori di compilare delle schede di autocertificazione, dei questionari riguardo al loro stato di salute, o proponendo altre modalità analoghe di profilazione di massa. Ci sono addirittura segnalazioni di persone allontanate dalle imprese e dai cantieri senza alcuna giustificazione.

“Alla luce di tutto questo chiediamo alle aziende, fuori dalle procedure definite dalle autorità competenti, di non assumere iniziative in modo unilaterale che possono creare allarmismo e panico, nonché ledere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna.

I sindacati ricordano che non è obbligatorio compilare alcun questionario o autocertificazione proposti dalle aziende o altri enti che non siano quelli preposti (Dipartimento di igiene pubblica dell’Ausl); l’autocertificazione che alcune imprese stanno richiedendo è illegittima oltre che essere una falsa tutela per i lavoratori, in quanto ci sono già le autorità competenti e le procedure previste dall’ordinanza regionale. “Si precisa – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – che la sorveglianza sanitaria attivabile dai medici competenti può riguardare solo i rischi professionali”.

I sindacati ricordano anche che i cittadini che hanno avuto contatti con persone contagiate nella zona rossa in paesi soggetti a infezioni da Coronavirus, o che abbiano accusato sintomi legati all'infezione, hanno già l’obbligo di dichiararsi alle autorità competenti chiamando il numero verde regionale 800.033.033. E solo le autorità competenti possono attivare il protocollo sanitario previsto (quarantena, tampone, ricovero in strutture specializzate ecc.). Mentre il solo medico competente può indicare prescrizioni volte a tutelare eventuali soggetti a rischio per i quali, a fronte di determinate patologie, l'eventuale contagio potrebbe avere conseguenze di gravità.