Quel che è certo, lo dicono tutti i geologi interpellati – e nonostante le pur importanti variabili legate alla conformazione del territorio e alla profondità dei sommovimenti – è che è assurdo morire per un terremoto di maginitudo quattro. E invece, nell’Italia dell’abusivismo e del territorio martoriato da speculazioni e mancanza di cura, è quello che è avvenuto a Ischia, con il sisma che ha avuto il suo epicentro nel comune di Casamiccola alle 20.57.

Al momento il tragico bilancio parla di 2.600 sfollati e due vittime: una donna è morta colpita dai calcinacci di una chiesa e un’altra è stata trovata sotto le macerie della sua abitazione. Un neonato di sette mesi è stato fortunatamente estratto dai detriti e sta bene così come il fratello di undici anni Ciro. I soccorsi sono incessantemente all’opera da ieri notte, nella solita corsa contro il tempo.

Nel corso della notte, grazie a tre traghetti speciali organizzati dal Comando generale delle Capitanerie di Porto, hanno lasciato l’isola oltre 2.000 persone, accolte a Pozzuoli dai volontari della Croce rossa italiana. La buona notizia è che nell’isola è ritornato operativo l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno che era stato evacuato. In vare zone  sono state allestite numerose aree per accogliere gli sfollati.

In attesa delle indagini e degli approfondimenti, il dito puntato è contro l’abusivismo: "Solo per il Comune di Ischia sono state presentate 7.235 domande di condono in 30 anni, 4.408  delle quali risultavano ancora da evadere ad aprile dello scorso  anno: molte di queste si riferiscono ad abusi che non possono essere sanati e che quindi, qualora le istanze fossero  esaminate, sfocerebbero in ordinanze di demolizione". Questi i dati resi da Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e legislazione ambientale presso la Sapienza di Roma e presidente di Sogeea.  "In Italia - osserva l'esperto - si muore per un terremoto  che in altre parti del mondo non desterebbe la minima preoccupazione”. 

Sul tema della qualità delle costruzioni sono intervenuti anche gli ingegneri: "Quanto avvenuto a Ischia è la prova provata che bisogna intervenire preventivamente sui fabbricati – commenta a Labitalia Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri. Bisogna accelerare sulla conoscenza della situazione dei fabbricati e e poi avviare progressivamente l'obbligatorietà degli interventi. Ma per farlo servono procedure più semplici". "È necessario semplificare il sisma bonus – aggiunge – e rendere possibile il credito d'imposta anche nei fabbricati in cui ci sono degli incapienti, prevedendo la cessione del credito stesso ad esempio a banche o assicurazioni"

Sulla scarsa qualità abitativa ischitana, punta l’indice Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, in una nota. "È evidente che gli effetti del terremoto, che non è stato di violenza devastante, sono stati amplificati dalla scarsa qualita' delle costruzioni. L'Isola di Ischia è inoltre colpita da un esteso abusivismo che già nel passato ha prodotto vittime, come è accaduto nell'aprile del 2006 quando quattro persone morirono travolte da una frana che investì' un'abitazione abusiva. Anche allora si parlò di abusivismo di necessità”.

Per Realacci occorre ora puntare all’estensione e all’applicazione del sisma bonus, previsto nell’ultima legge di Bilancio, che “garantisce fino all'85 per cento di rimborso entro 5 anni per le spese sostenute dai privati per le proprie abitazioni”.