“Ancora non ci siamo. La bozza di linee guida, analizzata durante la riunione con Governo, Anci e Regioni, fa chiarezza rispetto alle confuse disposizioni della legge di Stabilità. Ma non risolve i problemi di mantenimento dei servizi e di difesa dei livelli occupazionali. Su questi punti, mancano risposte”. Così, Federico Bozzanca (Fp Cgil), Daniela Volpato (Cisl Fp) e Giovanni Torluccio (Uil Fpl), commentano l'incontro dell'osservatorio sulle province, convocato al ministero degli Affari regionali, tenutosi nel primo pomeriggio di oggi.

“Il Governo prospetta dei termini per la realizzazione del riordino, che non coincidono con quanto sta avvenendo a livello territoriale e regionale – continuano in una nota i tre segretari –, perché la maggior parte delle Regioni sono lontane dal completare il processo di attribuzione delle funzioni. E poi manca ancora una banca dati delle competenze, che consenta di valorizzare le professionalità necessarie a svolgere quelle funzioni. Questo, rischia di generare un cortocircuito che pagheranno i cittadini”.

“Non si risolve poi il problema più rilevante, quello della sostenibilità del sistema. Le risorse necessarie a garantire i servizi non ci sono, e non solo a livello provinciale. Incominciano ad esserci problemi anche da parte delle Regioni, che non a caso pongono la questione, non marginale, delle sorti delle funzioni delegate. Al Governo continuiamo a chiedere interventi in tal senso – aggiungono Bozzanca, Volpato e Torluccio –, perché, dopo le prime modifiche alla legge di Stabilità, c'è ancora il tempo per evitare il peggio e rimediare agli errori dovuti alla fretta dei mesi scorsi”.

“Per questo, Cgil, Cisl e Uil continueranno la mobilitazione per chiedere ai governatori l’attivazione di tavoli di confronto specifici e l’approvazione, nel primo consiglio regionale utile, di una specifica assunzione di responsabilità da parte delle Regioni – concludono i sindacalisti –, e il 25 febbraio terremo a Firenze un’assemblea nazionale di Rsu, quadri e dirigenti sindacali delle amministrazioni provinciali, per fare pressione sul Governo”.