"Abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti per tutto l'anno. Ma se non rimettiamo al centro ambiente, mobilità, infrastrutture e orari di lavoro, il Paese non cambia". Lo ha detto ieri il segretario generale della Cgil Maurizio Landini al termine dell'incontro dei sindacati con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione degli Stati generali dell'economia in corso a Roma a Villa Panphili. Sul sito di Collettiva.it il video con le sue dichiarazioni e l’articolo del direttore Gabriele Polo “Progettiamo il rilancio, ambizioso come titolo e come progetto – scrive Polo - Il governo ha presentato ieri ai sindacati un lungo elenco di temi su cui giocarsi tutto: la ricostruzione del Paese, le ingenti risorse a disposizione, la sua credibilità. Una lista d’intenti in cui accanto a generici titoli da trasformare in qualcosa di davvero concreto – piano nazionale per l’acciaio, riforma fiscale, salario minimo - si trovano proposte persino troppo dettagliate – e-book guida per le Pmi, la centralizzazione degli acquisti di forniture per l’amministrazione pubblica, un centro di produzione di batterie elettriche a Torino. Alla fine dell’incontro con Cgil, Cisl e Uil, dopo gli interventi di Conte, Patuanelli, Gualtieri, De Micheli e altri ministri, il presidente del Consiglio ha chiesto a Landini, Furlan e Barbagallo di “spedire al governo” i loro appunti per contribuire a rendere concreto quelle che sono ancora solo intenzioni.

L’elenco delle priorità

Landini ha elencato altre centralità sul terreno delle tutele del lavoro – si legge ancora nell’articolo di Polo su Collettiva.it - dal blocco dei licenziamenti alla riforma in chiave universale degli ammortizzatori sociali; dalla riduzione degli orari di lavoro individuali al rinnovo dei contratti nazionali come strumento per gestire le nuove forme di lavoro (a partire dallo smart working) – con annessa cancellazione per legge dei contratti pirata attraverso una norma sulla rappresentanza e il valore erga omnes dei contratti; dall’investire sulla sanità - non solo come tutela sociale ma anche come fattore di sviluppo in una logica di “cura” del lavoro – a una vera riforma delle pensioni, fino ai nodi strategici di scuola e formazione. Infine, l’affondo sulle infrastrutture: sono urgenti per creare posti di lavoro, ma bisogna sapere scegliere e privilegiare la tutela del territorio e delle persone. Una critica non troppo velata alla logica delle grandi opere ed estremamente esplicita alle ipotesi – sempre negate ma mai sepolte – di cancellare il codice degli appalti. A chiudere un pro-memoria sui diritti fondamentali e le regolarizzazioni dei lavoratori stranieri, perché ci sono due leggi da cancellare, per rendere cittadini i lavoratori migranti: i decreti sicurezza e la Bossi-Fini. Meglio non dimenticarsene.

Cassa integrazione, la proroga

Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto che permette alle aziende che hanno esaurito le 14 settimane di Cassa Integrazione, previste nel CuraItalia e nel Decreto Rilancio, di anticipare le ulteriori 4 previste. “Sosteniamo la ripartenza delle imprese tutelando i lavoratori", ha ribadito ieri Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, confermando quanto preannunciato prima del cdm. Come promesso ai sindacati agli Stati generali, il veloce Consiglio dei Ministri di ieri sera ha varato un decreto legge per estendere da subito la cig di 4 settimane, per chi ne avrà bisogno. Complessivamente le aziende possono avere fino a 18 settimane di cig per i loro lavoratori.  Commento soddisfatto di Roberto Gualtieri anche sull'incontro con i sindacati: "È stato molto positivo il confronto coi sindacati, hanno espresso forte condivisione per l'impostazione del programma di rilancio del Paese, incentrato su investimenti pubblici e privati, semplificazione, centralità del lavoro e della sua qualità'". Sul Sole 24 ore scrive Giorgio Pogliotti: “Incassato un primo risultato, la possibilità di utilizzare le 9 settimane di proroga della cassa integrazione in modo consecutivo, senza interruzioni, i sindacati rilanciano chiedendo la copertura fino alla fine dell'anno degli ammortizzatori sociali e del blocco dei licenziamenti. E sollecitando, all'unisono, una riforma fiscale che premi il lavoro dipendente. Sono le richieste comuni avanzate dai leader di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maurizio Landini, Annamaria Furlan, e Carmelo Barbagallo nei loro interventi agli stati generali in corso a Villa Pamphili: “Abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti per tutto l'anno - ha spiegato poi Landini -. Ma se non rimettiamo al centro ambiente, mobilità, infrastrutture e orari di lavoro, il Paese non cambia”. Sulla Cig il numero uno della Cgil è convinto di “aver ottenuto un primo risultato, abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti per tutto l'anno. Ma se non ancora sufficiente e abbiamo chiesto anche i conseguenti ammortizzatori sociali da mettere in campo”. Tra le priorità Landini ha indicato “una vera riforma fiscale e una vera lotta all'evasione, un ruolo pubblico nell'economia che veda lo Stato come soggetto che fa politiche industriali e investimenti, a partire dal Mezzogiorno per creare nuova occupazione femminile e per i giovani, il rinnovo dei contratti con la detassazione degli aumenti salariali e una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata e dia valore erga omnes ai contratti nazionali d lavoro". Landini ha lanciato un monito al premier Conte. “Se il governo segue queste strade noi saremo al suo fianco, se segue altre sirene avremo altri atteggiamenti”

Un sondaggio preoccupante

È quello dell'Istat, secondo cui il 57% delle aziende aspetta ancora la liquidità Quattro aziende su dieci hanno visto dimezzare gli affari, quasi una su sei li ha azzerati. Non stupisce allora come oltre il 70% abbia fatto ricorso alla cig. Oltre 1140% ha chiesto sostegno al credito attraverso i canali concessi dai decreti governativi anti-crisi. Ma oltre la metà, più del 57%, è "in attesa" di ricevere i sostegni. Le percentuali sono quelle dell'Istat che ha indagato su oltre 90 mila aziende. A preoccupare sono anche le prospettive. Per oltre la metà delle realtà intervistate la liquidità non basterà ad arrivare alla fine dell'anno. Una su quattro teme di non riuscire a garantire l'operatività. In altre parole c'è una grossa fetta che vede a rischio la stessa sopravvivenza aziendale. Di certo, è così per un'impresa su tre, il fatturato non potrà che scendere

Gli industriali non ci stanno

Sul Messaggero Roberta Amoruso (p.7) parla di “Schiaffo di Bonomi” al governo: Gli industriali volevano "essere ascoltati" sulla strada da imboccare per il rilancio dell'Italia. Ma essere ascoltati “prima del piano del governo, e non dopo”. E con le convocazioni a Villa Pamphili “si sarebbero aspettati la presentazione di un piano ben dettagliato" dell'esecutivo di Giuseppe Conte, con “un crono programma anche sugli effetti sul Pil”, ma neanche questo c'è stato. Ora Confindustria è pronta al confronto e agli Stati generali, ma i dubbi sono molti. “Non siamo scettici ma realisti». ha detto Il presidente, Carlo Bonomi incontrando la stampa estera. È il realismo, spiega, di chi vive «un periodo di politica degli annunci e non dei fatti”. Un commento alle posizioni politiche e le intenzioni per i prossimi mesi del nuovo presidente degli industriali lo aveva espresso su Collettiva.it la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David. Per riascoltare l’intervista realizzata da Maurizio Minnucci è disponibile il video

Per gli statali lo smart working è una vacanza?

Della polemica suscitata dal giuslavorista Pietro Ichino parla sul Secolo XIX, Luca Monticelli, p.2. “Per la maggior parte dei dipendenti pubblici lo smart working è «una lunga vacanza retribuita al cento per cento». Il giuslavorista Pietro Ichino, ex parlamentare di Pci, Pd ed esponente del partito di Mario Monti, si scaglia contro i lavoratori della Pa, in una lunga intervista a Libero. Secondo il professore della Statale di Milano sarebbe stato meglio «estendere a questi settori il trattamento di integrazione salariale, destinando il risparmio a premiare i medici e gli infermieri in prima linea, o a fornire i pc agli insegnanti, costretti a fare la didattica a distanza con mezzi propri». Un ragionamento che manda su tutte le furie i sindacalisti. La leader della Funzione pubblica della Cgil, Serena Sorrentino, ricorda innanzitutto che il lavoro agile «non è stata una scelta dei lavoratori, ma una direttiva del governo approvata per decreto che l'ha reso la modalità ordinaria. Fin quando sarà in vigore ci atterremo alle procedure. Poi, non si può generalizzare, la stragrande maggioranza degli impiegati del settore pubblico ha lavorato in presenza mentre chi era in smart working ha aumentato i propri ritmi». Tutti gli osservatori stanno monitorando la produttività e «il risultato che emerge è che è aumentata». Inoltre «i servizi pubblici, in quanto essenziali, non sono mai andati in completo lockdown. La sanità, i comuni, gli assistenti sociali, gli operatori che hanno garantito l'erogazione del reddito di emergenza, l'assistenza alle persone fragili, la polizia locale, sono tutte categorie che non si sono mai fermati. Quindi puntare il dito contro i lavoratori pubblici non ha senso». E tra chi era in smart working, Sorrentino fa l'esempio degli amministrativi dell'Agenzia delle Dogane che «da remoto hanno sbloccato la fornitura dei dispositivi di protezione quando c'era l'emergenza». Infine, la responsabile della Fp Cgil ribadisce di essere d'accordo con la ministra della Pa Fabiana Dadone: «Una quota di lavoro agile va garantito anche in futuro, non come strumento emergenziale, ma come una possibilità per i cittadini. Questo non vuol dire solo stare a casa, ma organizzare l'impiego rendendolo compatibile con i propri tempi di vita. Può essere un utile strumento di conciliazione e di flessibilità in grado di aumentare la partecipazione al lavoro influendo positivamente sulla produttività. Si tratta di un segno di civiltà, non di un abuso”.

Carceri, dopo la rivolta di Santa Maria Capua Vetere

“Quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in questi giorni richiede una risposta immediata da parte dei vertici dell'amministrazione penitenziaria, per questo oggi abbiamo chiesto al Capo del Dap, Bernardo Petralia, di convocare con urgenza un incontro con i sindacati per rivedere l'organizzazione del lavoro della Polizia Penitenziaria e le modalità di vigilanza nelle carceri”. Questo il commento della Fp Cgil dopo gli accadimenti di questi ultimi giorni. "Abbiamo registrato con favore il fatto che Petralia e il suo vice Tartaglia si siano recati a Santa Maria - prosegue il sindacato -, ma quanto accaduto imprime un'accelerazione nell'agenda delle priorità dei nuovi vertici dell'Amministrazione Penitenziaria, che devono agire celermente con risposte concrete. Non è il tempo di farsi trascinare nelle sterili strumentalizzazioni politiche, a cui abbiamo assistito in questi giorni, con proposte inutili e soprattutto irrealizzabili. È il momento di dare disposizioni precise su nuove modalità operative che garantiscano la sicurezza del personale”. Intanto è rientrata la rivolta dei detenuti scoppiata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dopo che l’11 giugno sono arrivati gli avvisi di garanzia per 44 agenti penitenziari indagati nell’ambito dell’inchiesta sui presunti pestaggi avvenuti nell’istituto di pena casertano il 6 aprile.

Muore suicida per i diritti civili

Dal sito dell’HuffingtonPost: “Aveva denunciato violenze  e torture dietro le sbarre, in Egitto, dove era stata incarcerata perché lesbica. Si era rifugiata in Canada, tre anni fa, dopo essere uscita di prigione ma, Sarah Hegazi non ce l’ha fatta. Due giorni fa la 30enne si è tolta la vita, e come riferisce il quotidiano ‘Egypt today’, prima di morire ha lasciato un biglietto con su scritto: “Ho cercato di sopravvivere, ma non ce l’ho fatta”. Ha lasciato un biglietto: “Ai miei fratelli - ho tentato di trovare riscatto e non ci sono riuscita, perdonatemi. Ai miei amici - l’esperienza è stata dura e sono troppo debole per resistere. Al mondo - sei stato estremamente crudele, ma io perdono”. La donna era un’attivista per i diritti umani e della comunità Lgbt. Le difficoltà per lei avevano avuto inizio nel 2017, quando era stata arrestata con l’accusa di aver esposto una bandiera arcobaleno durante un concerto al Cairo. A incriminare lei e un suo amico, una foto che la ritraeva sorridente mentre sventolava il simbolo della comunità lgbt. La procura del Cairo accusò entrambi di far parte di un movimento che intendeva diffondere l’ideologia omosessuale nel paese. In Egitto non esiste una legge che criminalizza esplicitamente gay, lesbiche, bisessuali e transessuali ma queste persone possono incorrere in denunce e arresti per aver tenuto “comportamenti immorali”, giudicati come “attacchi” alla cultura tradizionale.

Sul fronte della battaglia dei diritti civili arriva invece una notizia positiva dagli Usa. Dal sito di Repubblica.it: “Con una decisione storica la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che nessuna persona può essere licenziata perché gay o transgender. La decisione è stata presa a maggioranza, 6 a 3, con il presidente della Corte John Roberts e il giudice conservatore Neil Gorsuch che hanno votato con i giudici di nomina democratica. I giudici Samuel Alito, Brett Kavanaugh e Clarence Thomas hanno votato contro. La sentenza afferma che il titolo VII del Civil Rights Act del 1964 protegge non solo dalla discriminazioni basate sulla razza o la religione ma anche da quelle basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. Dunque, protegge anche il lavoratori Lgbt, Viene quindi riconosciuto che lì dove la legge parla di 'sesso' non ci si riferisce solo alla potenziale discriminazione delle donne.

Patto per la salute. La campagna di Cgil, Cisl, Uil a Milano

Dall’Avvenire, pagine di Milano. “Parte oggi la settimana di presidi per una riforma della sanità lombarda, con Cgil, Cisl e Uil che chiedono un nuovo «Patto perla salute». Tre i nodi da affrontare: le Rsa, la medicina territoriale e gli ospedali, che saranno al centro di tre presidi organizzati dai sindacati sotto Palazzo Lombardia. Oggi, dalle 9.30 alle 12, "Le Rsa non sono ospedali. Testimoni di una strage: 6.000 vittime tra gli anziani".Venerdi (stesso orario) "Obiettivi primari: sorveglianza epidemiologica, medicina di territorio e continuità assistenziale"; martedì 23, "Ripensare l'ospedale per il futuro della sanità lombarda". I sindacati chiedono l'apertura di un tavolo permanente di confronto con la Regione Lombardia, che verrà indirizzato anche al consiglio regionale e alle autorità sanitarie”.

Una scuola di tecnologia per tutti

LiberEtà, mensile e sito online dello Spi Cgil, lancia uno speciale corso di formazione, una introduzione all’uso delle nuove tecnologie. L’emergenza Covid-19 ha dimostrato a tutti che la tecnologia può svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione e nelle cure mediche. La telemedicina potrà trasformare nel prossimo futuro la cura delle persone, anziani in primis, giocando sempre più un ruolo cruciale nello sviluppo dei servizi sanitari, domiciliari e di territorio. Ecco allora che bisogna essere attrezzati per capire qual è il terreno su cui ci si sta muovendo, in che modo le tecnologie possono migliorare la qualità della vita, in che misura l’uso di smartphone, tablet e computer può contribuire a farci vivere meglio: dalla ricetta elettronica al pagamento on line di una bollette della luce, dall’invio di una mail al proprio medico, alla possibilità di consultare on line i propri risparmi. Per questo LiberEtà ha pensato a fornire delle pillole audio, brevi e chiare, per spiegare in che modo la tecnologia può esserci utile. Una guida ai principi e alle logiche fondamentali per orientarsi e imparare a guidare una macchina che a prima vista sembra complessa. Ma basta capire, fare un po’ di pratica e iniziare ad andare. Proprio come se fossimo al volante. Sul sito le prime cinque lezioni:

Aiuta chi ci aiuta”.Prosegue la campagna di Cgil, Cisl, Uil

La sottoscrizione lanciata da Cgil, Cisl, Uil, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere i reparti di terapia intensiva ha raggiunto oggi la somma complessiva di 1 milione e 900 mila euro che sono già stati devoluti alla protezione civile. È quanto sottolineano in una nota i Segretari organizzativi di Cgil, Cisl, Uil, Nino Baseotto, Giorgio Graziani, Pierpaolo Bombardieri. “Siamo molto soddisfatti. È un risultato molto importante che testimonia la solidarietà concreta da parte di tanti lavoratori e pensionati italiani. Abbiamo raccolto in queste ultime settimane  900 mila euro che si aggiungono al milione di euro già versato alla Protezione Civile. Ma la nostra sottoscrizione proseguirà ancora per sostenere il lavoro di tanti medici ed operatori sanitari impegnati  nella lotta contro il Coronavirus“.I versamenti vanno fatti sul conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta.

Agenda degli appuntamenti

Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: https://www.collettiva.it/agenda/