Landini: sugli appalti pronti allo sciopero
Sugli appalti si stanno facendo scelte indecenti pronti allo sciopero generale. Lo ha detto ieri (domenica 23 maggio) il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in una intervista a Repubblica, che si può rileggere sul sito della Cgil nazionale. Sul sito di Collettiva.it la sintesi: “Bastano poche risposte per spiegare la contrarietà della Cgil al dl Semplificazioni. Il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia definisce “una vera scelta indecente quella che si appresta a fare il governo”: “la liberalizzazione del subappalto, le gare al massimo ribasso, e poi ci mancava pure l'appalto integrato, quello che affida allo stesso soggetto la progettazione e l'esecuzione dell'opera”. “Trovo del tutto sbagliato e grave l'orientamento che il governo sembrerebbe prendere con il decreto Semplificazioni – commenta Landini rispondendo alle domande di Roberto Mania - Così si torna indietro di vent'anni, ai tempi del governo Berlusconi e del suo ministro Lunardi. E abbiamo già visto che cosa significa: riduzione dei diritti per chi lavora sugli appalti, scarsa qualità del lavoro, scarsa qualità delle opere, maggiore insicurezza nei cantieri e, infine, il rischio di alimentare il male oscuro italiano, quello della corruzione e dell'illegalità”. È per questi motivi che alcune categorie sono già pronte allo sciopero generale e la confederazione lo valuterà assieme a Cisl e Uil. Il governo d’altro canto si era impegnato a discutere con i sindacati “prima di approvare le riforme e i decreti, invece non lo sta facendo. Dunque è chiaro che se non cambia direzione ragioneremo su tutte le forme di mobilitazione necessarie, nessuna esclusa. (...) Ci stiamo giocando il futuro del Paese. – denuncia Landini - Non può essere che solo un anno fa tutti riconoscevano il valore essenziale del lavoro e delle persone per uscire dalla pandemia e adesso si possono tranquillamente sbloccare i licenziamenti e aprire alla liberalizzazione degli appalti”.
La netta presa di posizione del segretario generale della Cgil viene rilanciata oggi anche su La Stampa. “A distanza di un anno dalla pandemia, quando adesso ci sono i soldi da redistribuire, torniamo al fatto che il lavoro deve essere precario, che i soldi si danno alle imprese a pioggia, e che addirittura si può liberalizzare tutto perché è il mercato da solo che ti risolve i problemi? Questa è una presa per il culo scusate il francesismo”. Lo ha detto ieri Maurizio Landini, segretario generale Cgil, dal palco del 120/o anniversario della Camera del Lavoro di Modena. “Una cosa così non sta in piedi, non è per noi accettabile”, ha aggiunto. Sull'ipotesi di uno sciopero generale contro il decreto sulle Semplificazioni “io ho semplicemente detto la verità. Noi non escludiamo nulla” ha spiegato. “Se non ci sono risposte metteremo in campo tutte le iniziative necessarie. Lo decideremo insieme a Cisl e Uil, non è che lo decidiamo da soli” ha proseguito il leader della Cgil. Oggi ci sarà una riunione con le categorie. “Io mi auguro che il governo capisca e riapra un confronto con noi - ha scandito - Il mio problema non è se fare lo sciopero generale. Ma se non dovessimo essere ascoltati e dovessero fare quello che gli pare, noi dovremo fare fino in fondo il nostro mestiere”. Sul sito di Collettiva.it è possibile rivedere la diretta dell'iniziativa della Camera del Lavoro di Modena. 
Repubblica torna oggi sullo scontro sugli appalti e “le semplificazioni” con una intervista di Francesco Manacorda a Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità anticorruzione, l’Anac che avrà un ruolo di rilievo nei controlli sui fondi europei. Nelle regole attuali sugli appalti, dice Busia, ci sono cose da cambiare, ma “usando il bisturi e non l’accetta. E senza sospendere il Codice degli appalti”. Sempre sul codice appalti su La Stampa parla il presidente dell’associazione costruttori (Ance), Gabriele Buia: “Impossibile azzerare il codice degli appalto, ora corriamo o i soldi dell’Ue sono a rischio” 8° pagina 8). Per i presidente dei costruttori, che propone l’apertura di un tavolo di confronto, non sono le procedure di gara che allungano i tempi, ma le problematiche della burocrazia. 

Sulle prime pagine 
La morte in funivia è la notizia che campeggia su tutte le prime pagine di oggi. Sono quattordici le vittime della tragedia avvenuta ieri  sullo Stresa Mottarone dove una cabina della funivia si è sganciata dal cavo, ha urtato contro il pilone ed è ricaduta giù rotolando. “Volo di venti metri, morte in funivia” è il titolo di apertura del Corriere della Sera, che affida l’editoriale a Gian Antonio Stella, “Ora non chiamatele disgrazie”. “La morte sulla funivia” è il titolo di Repubblica, con il reportage di Brunella Giovara e il commento di Maurizio Crosetti, “La prima festa diventa dolore” (a pagina 28). Messaggero: “La strage delle riaperture”, precipita una funivia in Piemonte: 14 vittime, tra loro due bimbi. A pagina 5 del quotidiano romano un approfondimento sull’inchiesta: “Il giallo del cavo che doveva salvarli”. Tutta la prima pagina dedicata alla notizia quella del quotidiano torinese La Stampa: “Morire in funivia”, con reportage e racconti dei testimoni. “Così precipita l’Italia” è il titolo de Il Giornale, mentre Libero parla di “tragedia di chi voleva tornare a vivere” e si distingue con un editoriale provocatorio di Vittorio Feltri: “Niente allarmi, auto e bici sono più pericolose”… Notizia del crollo della funivia anche su Il Fatto Quotidiano, che dedica però il suo titolo principale alla scuola: “Balle di governo, altro che recupero delle ore perdute: chiusura anticipata”. 

Le interviste
Meno spiritoso Vittorio Feltri è costretto ad esserlo in una intervista sul Corriere della Sera (p.21) dove deve spiegare il suo spodestamento da Libero: “Macché spodestato – si difende rispondendo alle domande di Francesco Battistini – sono stato io a far prendere Sallusti dal nostro editore”. Su Repubblica Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, fa il punto sulla battaglia contro la pandemia. “Avanti con i vaccini, per un’estate senza mascherina. Serviranno altri richiami”. (Michele Bocci a pagina 11). Sempre sulla pandemia su La Stampa parla Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e presidente del Consiglio superiore della sanità. “Non vivremo mai più altri lockdown da metà luglio basta mascherine all’aperto”. (a pagina 15). Una volta messo al sicuro chi ha più di 50 anni avremo centrato un obiettivo fondamentale. E’ più che probabile che avremo bisogno di una terza dose, ma il tema non si porrà prima di ottobre. Sulla vacanze nessun dubbio: dopo quello che abbiamo vissuto la priorità deve essere la vaccinazione. Sui temi del lavoro si distingue ancora una volta per le sue posizioni conservatrici il giuslavoristia Pietro Ichino: “Che errore bloccare i licenziamenti e gli sfratti”. Lo dice in una intervista su Libero nella quale propone anche di rivedere il sussidio del Movimento Cinque Stelle. Ichino attacca direttamente il segretario generale della Cgil. “Capisco la sfiducia di Landini – dice Ichino – nella possibilità di ricollocare i lavoratori i cui licenziamenti sono stati bloccati, ma considero grave il silenzio della Cgil sulle politiche attive”.  Sugli effetti distorsivi del Covid che ha aumentato le diseguaglianze e le disparità di genere, sul Secolo XIX parla Linda Laura Sabbadini: “Il peso del Covid sulle spalle delle donne, ma senza di loro non ci sarà una ripresa”. (Marco Menduni, p.8). Ha rivoluzionato le statistiche ufficiali sociali e di genere. Ha recuperato alle misurazioni la grande platea degli invisibili, non considerati perché non rientranti nella fredda elaborazione dei dati economici. In un'Italia con il tasso di occupazione femminile più basso d'Europa (48,5% contro il 62) lancia il segnale della riscossa: “Non siamo una categoria da proteggere, ma la risorsa attraverso la quale costruire una rinascita sociale ed economica del Paese. Senza di noi non ci sarà”. Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell'Istat, è la Chair del W20 (Women20), il gruppo che ha l'obiettivo di elaborare proposte sull'eguaglianza di genere ai leader mondiali del G20, espressione della società civile. Di sé racconta: «Ho sempre avuto una grande passione sociale e nel contempo statistica. Ho avuto una grande insegnante, Emma Castelnuovo, che mi ha insegnato la matematica come intuizione, scoperta, creatività, logica. La statistica applicata al sociale è stata la mia sintesi..Sulle questioni di genere da segnalare anche una interessante intervista su La Stampa (pagina 29) alla giornalista Rula Jebreal, che ha rifiutato l’invito ad una trasmissione di Propaganza Live. “La discriminazione delle donne in Italia, denuncia Rula Jebral, è una pandemia che contagia tutti. Ho lanciato un sasso, per aiutare a riconoscere e risolvere questo problema”. Perché ha rifiutato l'invito a Propaganda Live? “Per anni ho sollevato la questione della sotto rappresentanza delle donne con autori, direttori, colleghi, ma nulla è cambiato. In Italia la discriminazione è palese. Quando ho visto sette invitati e una donna, ho detto che lo consideravo inaccettabile. Ho voluto mandare un messaggio forte, non solo a Propaganda Live, ma a tutti i programmi tv. Lancio l'allarme per un tema che rispecchia il Paese, anche in politica, task force, lavoro. E un problema inquietante, che viene normalizzato e ignorato”. Le donne sono invitate in tv anche per bella presenza? “Sicuro. Lo capisci quando fanno interventi da 30 secondi, e poi restano ad ascoltare una trasmissione di due ore in cui parlano solo uomini…”

Tra i commenti
Da La Stampa segnaliamo il commento di Stefano Lepri sui problemi delle tasse e delle polemiche sollevate dalla proposta del segretario del Pd, Enrico Letta sulle tasse di successione. “No alla patrimoniale – scrive Lepri - pare lo slogan di più sicuro successo politico. Si può capirlo, in un Paese che non si arricchisce più ma mantiene un alto livello di ricchezza privata accumulata. Giovani con un magro reddito da precari almeno possono contare sulla casa in eredità. Quando i turisti torneranno, si ricomincerà a campare affittandogli gli appartamenti vuoti. Non è facile spezzare il circolo vizioso. Meno si spera in guadagni futuri, più ci si attacca ai beni posseduti. Ma se ciò che abbiamo oggi non viene messo a frutto, in futuro di guadagni ne arriveranno ancora di meno. E lo spreco maggiore sta nei giovani che non studiano, che se lavorano sono pagati poco, che se anche assunti stabilmente non hanno prospettive di rapida carriera. Alla “dote” per i diciottenni proposta dal segretario del Pd si possono fare molte critiche. Però almeno si è messo il dito sulla piaga…Su Il Tempo da segnalare un commento di Angelo De Mattia secondo il quale la vera sfida sul Recovery riguarderà la governance e le procedure. A proposito dello scontro sul codice degli appalti, De Mattia è chiaro: “Il punto politico-istituzionale dovrebbe consistere nel posizionare adeguatamente, e dove veramente servono, i controlli preventivi, eliminando il troppo e il vano, e nel rafforzare e, semmai, aumentare i controlli «ex post», mettendo bene in luce quest'ultimo aspetto, con tutte le conseguenze che ne discendono, e configurando tali riscontri non certo come meramente formali. Insomma, la riforma non può e non deve essere il ritorno del pendolo al passato…”

Su Collettiva.it
L’apertura di oggi è dedicata alla rinasita dei cantieri navali di Brindisi, con un reportage a cura di Marco Togna. Nel 2018 sembrava tutto finito. Ma l'impegno del sindacato e l'arrivo di un imprenditore giovane e ambizioso hanno fatto tornare commesse e lavoro. Il Consorzio cantieri riuniti del Mediterraneo è oggi una realtà importante per l'economia della città pugliese, e già si annunciano nuovi investimenti. Una storia di successo e passione: ne parlano il segretario Fiom Cgil territoriale Angelo Leo e il procuratore speciale Donato Di Palo.  Nella rubrica Buona Memoria si parla di Felicia Impastato, mamma di Peppino ucciso dalla mafia. Sul sito da segnalare anche un commento di Susanna Camusso sulle trasformazioni tecnologiche e i diritti dei lavoratori a proposito della pubblicazione di un libro sull'intelligenza artificiale curato da Cinzia Maiolini e Alessio De Luca


Iniziative 

Riconoscere lo Stato Palestinese 
Acli, Anpi, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente, Libera hanno organizzato per questa mattina alle 11,30 una conferenza stampa streaming dal titolo ‘Riconoscere lo Stato di Palestina, la sua urgenza, le sue ragioni’. Interverranno: Maurizio Landini, segretario generale Cgil; Luigi Sbarra, segretario generale Cisl; PierPaolo Bombardieri, segretario generale Uil; Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi; Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli; Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci; Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente; Luigi Ciotti, presidente Gruppo Abele – Libera. “Lo Stato di Israele – affermano Acli, Anpi, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente, Libera – è riconosciuto dalla grande maggioranza della comunità internazionale. Perché non riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina? Cosa impedisce di portare a compimento la soluzione dei ‘due Stati per i due popoli’, sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dell’Accordo di Oslo, naufragato ma tutt’ora vigente? Solo così si dà senso e sostanza all’impegno per la pace, restituendo speranza e prospettiva agli israeliani e in particolare ai palestinesi, che vogliono vivere in pace, lavorare senza umiliazioni, non avere più paura di vessazioni quotidiane, di essere cacciati dalla propria casa, esercitare i propri diritti politici e civili in modo libero e democratico. Si romperebbe lo status quo e quella terribile normalità che causa radicalizzazione, odio e violenza, ridando spazio e voce a chi invece è per la pace, per il rispetto dell’altro, per la convivenza. Una strada molto difficile ed irta di ostacoli, ma l’unica percorribile, che ha bisogno dell’impegno di tutti, dell’azione politica e diplomatica, e mai più dell’uso delle armi e delle guerre”.

Tutte le notizie in calendario
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale e l’agenda di Collettiva.it