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Marx al cinema era un tabù. Lo ha infranto nel 2017 il regista haitiano Raoul Peck, autore de Il giovane Karl Marx (titolo originale Le jeune Karl Marx), film pensato per il bicentenario della nascita e presentato al festival di Berlino fuori concorso, poi nelle sale. Un taglio peculiare, scelto dal regista con lo sceneggiatore Pascal Bonitzer: niente Capitale né prima Internazionale, bensì il ritratto romanzato del filosofo da giovane.
Il racconto percorre l'amicizia di Marx con Friedrich Engels, in un arco temporale che va dal 1842 fino al 1848, anno di pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista. La storia si apre su un gruppo di lavoratori umili, raccoglitori di legna secca, che vengono aggrediti dalla polizia a cavallo: in voce fuori campo scorrono brani scritti da Marx sulla Gazzetta renana, a proposito dell'oppressione del proletariato. Incipit simbolico che già insinua il senso dell'operazione, ovvero il doppio binario tra la costruzione ideologica rivoluzionaria e la sua ricaduta concreta, sulla pelle delle persone e dentro lo spirito del tempo.
Il rapporto tra Marx ed Engels, quindi. Il secondo lavora a Manchester nell'azienda Emmen & Engels, cogestita da suo padre, è il figlio illuminato di un capitalista che sa guardare ai lavoratori. La prova arriva subito dall'incidente in fabbrica: l'operaia Mary Burns rivendica migliori condizioni di sicurezza, viene licenziata ed Engels se ne innamora.
Marx si trasferisce da Colonia a Parigi con la moglie Jenny: ha una figlia piccola, pochi soldi, gli articoli non gli vengono pagati. Karl e Friedrich si erano già incontrati una volta, a Berlino, ma non si erano piaciuti: troppo benestante il figlio delle industrie Engels per convincere l'altro, difficile credere alla figura del "capitalista comunista". Poi, invece, i due entrano in contatto, si scrivono, incontrano, infine decidono di lavorare insieme.
Raoul Peck manovra la storia (e la Storia) con profondo senso dello spettacolo: Marx ed Engels fanno coppia, fuggono da governi e polizia, attaccano il capitalismo ma anche la sinistra riformista a parole. Quando la Lega dei giusti diventa Lega dei comunisti, essi vengono incaricati di scrivere un testo breve e leggibile per spiegare agli operai chi sono i comunisti: siamo già alla genesi del Manifesto.
“Mi sono chiesto che tipo di film fare - ha raccontato Raoul Peck -. Ho deciso di ritrarre il Karl Marx giovane, ovvero rappresentare la 'sorgente' di tutta la sua opera. E soprattutto l'amicizia con Engels (...). Volevo che il linguaggio filmico fosse fresco e dinamico, come i suoi giovani protagonisti”. Con August Diehl nella parte di Marx e Stefan Konarske volto di Engels, ecco che si incontrano Proudhon, Bakunin, Wilhelm Weitling quasi in forma di thriller. D'altronde è la natura dei fatti che antepone quel giovane davanti a Karl: Marx ed Engels scrissero il Manifesto prima di compiere 30 anni. È un film, dunque, anche sulla giovinezza.